Djamila Boupacha (in arabo جميلة بوباشا?; Bologhine, 9 febbraio 1938) è una politica algerina, ex militante del Fronte di Liberazione Nazionale algerino (FLN). Fu arrestata nel 1960 per aver tentato di far esplodere un caffè ad Algeri,'[1] La sua confessione, ottenuta mediante torture e stupri, e il suo successivo processo, hanno influenzato l'opinione pubblica sui metodi usati dall'esercito francese in Algeria dopo la pubblicità di Simone de Beauvoir e Gisèle Halimi. Boupacha fu condannata a morte il 29 giugno 1961, ma ricevette l'amnistia in base agli Accordi di Evian e liberata il 21 aprile 1962.