Le Ebridi Interne (in lingua gaelica scozzese: Na h-Eileanan a-staigh, "le isole interne") sono un arcipelago al largo della costa occidentale della Scozia, situate a sud-est delle Ebridi Esterne. Insieme, questi due insiemi di isole costituiscono le Ebridi, che godono di un clima oceanico mite. Le Ebridi Interne comprendono 35 isole abitate e 44 isole non abitate, con un'area maggiore di 30 ettari. Le principali attività commerciali sono il turismo, l'agricoltura, la pesca e la distillazione del whisky. In epoca moderna, le Ebridi interne hanno costituito parte di due giurisdizioni separate di governo locale, una comprendente il nord e un'altra la parte meridionale; insieme, le isole hanno un'area di 4130 km² e nel 2011 contavano una popolazione di 18.948 persone.[1] La densità di popolazione è pertanto di 4,6 persone per km².
Vi sono diverse importanti strutture preistoriche, molte delle quali risalgono a epoche precedenti ai primi riferimenti scritti alle isole da parte degli autori greci e romani. In questo periodo storico, i primi coloni noti furono i Pitti a nord e i Gaeli nel regno meridionale di Dalriada. Le isole divenissero parte del regno di Suðreyjar dei norreni, che governarono per 400 anni prima che la sovranità fosse ceduta alla Scozia con il Trattato di Perth del 1266. Il controllo delle isole fu detenuto da allora in avanti da diversi clan, soprattutto MacLeans, MacLeods e MacDonalds. Le Highland Clearances del XIX secolo ebbero un effetto devastante su molte comunità e solo negli ultimi anni[quali?] i livelli della popolazione hanno smesso di diminuire.
Il trasporto via mare è cruciale e diversi operatori di traghetti garantiscono collegamenti con la terraferma scozzese e tra le isole. La lingua gaelica scozzese resta prevalente in alcune aree; i paesaggi mozzafiato e la varietà di flora e fauna hanno ispirato molti artisti.