Eccidio di Cefalonia | |
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L'isola di Cefalonia | |
Tipo | Caduti in combattimento, fucilazioni sommarie, rappresaglie |
Data | 23 - 28 settembre 1943 |
Luogo | Cefalonia |
Stato | Grecia |
Coordinate | 38°15′00″N 20°35′24″E |
Responsabili | 1. Gebirgs-Division (Wehrmacht) 104. Jäger-Division |
Motivazione | Resistenza italiana[1] all'attuazione, da parte dell'esercito tedesco, dell'operazione Achse[2], volta al disarmo e deportazione delle truppe italiane a seguito dell'armistizio di Cassibile. |
Conseguenze | |
Morti | 5155 |
Feriti | 163 |
L'eccidio di Cefalonia fu un crimine di guerra compiuto da reparti dell'esercito tedesco a danno dei soldati italiani presenti su quelle isole alla data dell'8 settembre 1943, giorno in cui fu annunciato l'armistizio di Cassibile che sanciva la cessazione delle ostilità tra l'Italia e gli anglo-americani. In massima parte i soldati presenti facevano parte della divisione Acqui, ma erano presenti anche finanzieri, Carabinieri e militari della Regia Marina. Analoghi avvenimenti si verificarono a Corfù che ospitava un presidio della stessa divisione Acqui.
La guarnigione italiana di stanza nell'isola greca si oppose al tentativo tedesco di disarmo, combattendo sul campo per vari giorni con pesanti perdite, fino alla resa incondizionata, alla quale fecero seguito massacri e rappresaglie nonostante la cessazione di ogni resistenza. I superstiti furono quasi tutti deportati verso il continente su navi che finirono su mine subacquee o furono silurate, con gravissime perdite umane.