Economia pianificata

Diagramma di paragone tra la determinazione dei prezzi nelle economie capitalista e dirigista (pianificata)

Un'economia pianificata è un sistema economico in cui gli investimenti, la produzione e l'allocazione dei beni capitali avvengono secondo piani economici e di produzione. Un'economia pianificata può utilizzare forme di pianificazione economica centralizzata o di comando,[1] decentrata e partecipativa.[2][3] Il livello di centralizzazione o decentramento nel processo decisionale e nella partecipazione dipende dal tipo specifico di meccanismo di pianificazione impiegato.[4] Non prevede la libera iniziativa privata, se non in misura ridotta (impresa familiare, liberi professionisti, ecc.)

Le economie pianificate contrastano con le economie di mercato, basate su un approccio laissez-faire che evita qualsiasi tentativo di guida dell'economia e si affida alle forze di mercato per determinare la velocità, la direzione e la natura dello sviluppo economico.[5] I sostenitori dell'economia pianificata affermano che tali pratiche liberiste portino ad un'economia instabile con crisi cicliche e ampie fluttuazioni di output, ad un'iniqua distribuzione delle risorse e del denaro e ai monopoli privati.[6][7] Ritengono inoltre che i prezzi generati dalla domanda e l'offerta sul mercato riflettano soltanto i costi privati e non quelli sociali.[6]

L'economia pianificata differisce dal dirigismo poiché quest'ultimo prevede l'intervento statale all'interno del libero mercato tramite incentivi e finanziamenti per raggiungere determinati obiettivi, senza la proprietà pubblica dei mezzi di produzione e senza il controllo totale dell'economia. Tuttavia, anche i sistemi economici basati sul mercato possono dare vita a sistemi economici - sia pure meno invasivi, di solito - gestiti secondo le regole della pianificazione. Questo può accadere in periodi di guerra (economia di guerra) o crisi, ma anche in periodi normali, nei quali tuttavia l'esigenza di trasformare rapidamente un'economia, perseguendo obiettivi di crescita di talune variabili macroeconomiche (reddito, consumi, esportazioni, investimenti), ha spinto gli stati a usare leggi e risorse a tali fini.

Sebbene il socialismo non sia equivalente alla pianificazione economica o al concetto di economia pianificata, una concezione influente del socialismo implica la sostituzione dei mercati dei capitali con una qualche forma di pianificazione economica al fine di ottenere un coordinamento ex ante dell'economia. L'obiettivo di un tale sistema economico sarebbe quello di ottenere un controllo consapevole sull'economia da parte della popolazione, in particolare in modo che l'uso del prodotto in eccesso sia controllato dai produttori.[8] Le forme specifiche di pianificazione proposte per il socialismo e la loro fattibilità sono oggetto del dibattito sul calcolo socialista.

Approcci più recenti alla pianificazione e allocazione socialista sono stati avanzati da alcuni economisti e scienziati informatici che hanno proposto meccanismi di pianificazione basati sui progressi dell'informatica.[9]

  1. ^ (EN) Command economy, su Encyclopædia Britannica. URL consultato il 16 novembre 2021.
  2. ^ Alec Nove, Planned Economy, in The New Palgrave: A Dictionary of Economics, vol. 3, 1987, p. 879.
  3. ^ Pat Devine, Democracy and Economic Planning, Polity, 26 luglio 2010, ISBN 978-0745634791.
  4. ^ Paul R. Gregory e Robert C. Stuart, Comparing Economic Systems in the Twenty-First Century, Boston, Houghton Mifflin, 2003, pp. 23–24, ISBN 978-0-618-26181-9.
  5. ^ (EN) Economic planning, su Encyclopedia Britannica. URL consultato il 31 ottobre 2021.
  6. ^ a b Zimbalist e Sherman 1984, pp. 10-11.
  7. ^ Pianificazione economica in "Dizionario di Storia", su Treccani. URL consultato il 1º novembre 2021.
  8. ^ C. H. Feinstein, Socialism, Capitalism and Economic Growth: Essays Presented to Maurice Dobb, Cambridge University Press, 1975, p. 174, ISBN 0-521-29007-4.
    «We have presented the view that planning and market mechanisms are instruments that can be used both in socialist and non-socialist societies. [...] It was important to explode the primitive identification of central planning and socialism and to stress the instrumental character of planning.»
  9. ^ Cockshott e Cottrell 1993.

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