Electronic dance music | |
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Origini stilistiche | Musica elettronica Musica da ballo Disco[1] |
Origini culturali | Dalla metà degli anni settanta all'inizio degli anni ottanta |
Strumenti tipici | voce, sintetizzatore, drum machine, basso, campionatore, sequencer, tastiera, vocoder, chitarra, digital audio workstation, congas |
Popolarità | popolarità sempre crescente sin dalla metà degli anni ottanta |
Sottogeneri | |
Drum and bass - Techno - Eurodance - Trance - Dubstep - Dance rock - Dance punk | |
Generi derivati | |
Dancehall - Chillwave - House - Dance pop - Big beat |
L'electronic dance music (conosciuta anche come EDM, musica dance[2], club music, o semplicemente dance), è una vasta gamma di generi musicali elettronici a percussione creati soprattutto per discoteche, rave e festival. L'EDM è generalmente creata per essere riprodotta dai disc jockey (DJ) che creano una selezione di tracce senza soluzione di continuità, chiamato mashup, che si susseguono senza interruzione da una registrazione ad un'altra. I produttori EDM eseguono anche la loro musica dal vivo in un contesto di un concerto o di un festival, in ciò che qualche volta viene chiamato un live PA. Nel Regno Unito e in Europa continentale, l'EDM è più comunemente chiamata "musica dance" o semplicemente "dance".[3]
Alla fine degli anni ottanta e all'inizio degli anni novanta, in seguito all'emergere della musica rave, delle radio pirata e un aumento di interesse per la cultura club, l'EDM acquisì popolarità mainstream in Europa. Durante la metà e la fine degli anni novanta, nonostante il successo iniziale di un certo numero di gruppi negli Stati Uniti, l'accettazione della cultura dance non era universale, e i media mainstream rimasero ostili alla musica. In questo periodo, un'associazione percepita fra l'EDM e la cultura della droga portò i governi statali e cittadini a promulgare leggi e politiche volte a fermare la diffusione della cultura rave.[4]
Nei primi anni 2010 la parola "Electronic dance music" ed il suo acronimo EDM venivano spinti dall'industria musicale statunitense e dal giornalismo musicale nel tentativo di re-brand della cultura rave statunitense.[4] Nonostante il tentativo dell'industria di creare uno specifico marchio EDM, l'acronimo rimane in uso come un termine ombrello per molteplici generi dance, come house, techno, trance, drum and bass, dubstep e i loro rispettivi sotto generi.[5][6][7][8]
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