L'ellenismo, nella storiografia moderna,[2][3] indica quel periodo storico-culturale della storia antica del Mediterraneo «che segue le imprese di Alessandro (spedizione contro l'Impero persiano nel 334 a.C.) e arriva fino alla formale nascita dell'Impero romano» con la morte di Cleopatra e l'annessione dell'ultimo regno ellenistico, il Regno tolemaico d'Egitto, nel 30 a.C. con Ottaviano vincitore ad Azio nel 31 a.C.[4][5]
L'ellenismo, noto anche come età ellenistica, è così chiamato perché il suo tratto caratterizzante è la diffusione della civiltà greca o «ellenica» in gran parte del mondo mediterraneo, eurasiatico e orientale, e la sua fusione con le culture dell'Asia Minore, dell'Asia Centrale, della Siria e della Fenicia, dell'Africa del Nord, della Mesopotamia, dell'Iran e dell'India, con la conseguente nascita di una civiltà, detta appunto «ellenistica», che fu modello per altre culture relativamente alla filosofia, economia, religione, scienza e arte. Poiché prende avvio dalla nascita degli imperi di Alessandro, è anche detto età alessandrina.
Geograficamente, il mondo ellenistico comprendeva una vasta area che andava dalla Sicilia e dall'Italia meridionale (Magna Grecia) all'India (Regno indo-greco) e dal Mar Nero (Regno del Bosforo Cimmerio) all'Egitto, zone in cui una versione della lingua greca antica, la koinè, divenne la lingua franca della politica, dell'economia e della cultura. La cultura ellenistica si fuse con la cultura romana e continuò ad esistere anche dopo la nascita dell'impero. In particolare, dopo la conquista macedone dell'Impero persiano, sorsero regni ellenistici nel Vicino Oriente (Impero seleucide, Regno di Pergamo ecc.), Africa nord-orientale (Egitto tolemaico) e Asia meridionale (Regno greco-battriano, Regno indo-greco).