Emo | |
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Origini stilistiche | Post-hardcore Emotional hardcore Alternative rock Indie rock |
Origini culturali | Il genere si sviluppa nella seconda metà negli anni ottanta attorno all'area di Washington, Stati Uniti, come variante sperimentale e non violenta dell'hardcore punk nordamericano. |
Strumenti tipici | voce, chitarra, basso, batteria |
Popolarità | 1ª ondata: Nasce come fenomeno underground negli USA degli anni ottanta. 2ª ondata: Discreto successo negli USA a cavallo degli anni novanta. 3ª ondata: grande popolarità e successo commerciale negli USA e in Europa negli Anni 2000. |
Sottogeneri | |
Emo violence - Screamo - Midwest emo - Emo-pop | |
Generi correlati | |
Punk rock - Hardcore punk - Post-hardcore - Melodic hardcore - Pop punk - Indie rock - Indie pop - Metalcore |
Il termine emo (o emo-core[1]) si riferisce ad un genere musicale inizialmente compreso all'interno del punk rock, di cui è considerato un sottogenere.[2] Si differenzia principalmente dal post-hardcore per la presenza di una maggiore melodia, orientate verso l'indie rock e il pop punk e per la voce dei cantanti che sembra quasi un pianto o un urlo.
Di fondamentale importanza per la genesi dello stile furono gli Hüsker Dü con il loro album Zen Arcade[3] pubblicato nel 1984 e i Naked Raygun con Throb Throb[4] del 1985. Questi lavori, sebbene siano comunque per la gran parte etichettabili come hardcore punk, si diversificarono dal sound hardcore più grezzo e violento udito sino ad allora, e contenevano una maggiore attenzione sia ai testi che alla tecnica musicale,[3] influenzando moltissimo la scena musicale di Washington, tanto che fu proprio in questa zona che venne usato per la prima volta il termine emo[3] per definire band in sostanza sempre hardcore, ma con sonorità più melodiche e ricche. I nomi più significativi sono Rites of Spring, Embrace (il gruppo di Ian MacKaye precedentemente leader dei Minor Threat; successivamente fonderà insieme al cantante dei Rites of Spring i Fugazi, band anch'essa di grande importanza per l'emo sul finire degli anni ottanta),[3] One Last Wish, Gray Matter, Fire Party e poco dopo Moss Icon e i The Hated.[5] La prima ondata emo iniziò a scemare con lo scioglimento nei primi anni novanta di molte delle band citate.
A metà anni novanta, il termine emo iniziò ad essere usato per indicare la scena musicale indie influenzata appunto dai Fugazi[3] con sonorità quindi marcatamente pop punk e indie rock.[3][6] Gruppi come Sunny Day Real Estate e Texas Is the Reason interpretarono il lato più emo dell'indie rock, un lato più melodico e meno caotico del suo predecessore. La scena "indie-emo" sopravvisse fino alla fine degli anni novanta, quando molte band appartenenti ad essa si sciolsero o indirizzarono la propria musica verso territori più mainstream.
Come fecero le ultime band indie-emo, anche i gruppi formatisi agli inizi degli anni 2000 strizzarono l'occhio al mainstream, creando uno stile musicale che ha introdotto il termine emo nella cultura popolare. Esponenti della terza ondata, anche chiamata emo-pop, sono stati Jimmy Eat World (già attivi durante la seconda ondata), Paramore, My Chemical Romance e Fall Out Boy.[7]
Se in passato il termine emo era usato per descrivere una grande varietà di band, ai giorni nostri il termine ha assunto un significato ancora più ampio, non necessariamente indicativo di un preciso genere musicale.