Encelado (mitologia)

Lotta fra Atena ed Encelado, su un piatto attico a figure rosse, circa 525 a.C.

Nella mitologia greca Encelado (in greco antico: Ἐγκέλαδος?, Enkélados) è uno dei Giganti, figlio di Gea (la Terra), fecondata dal sangue di Urano che cadde al suolo quando il figlio Crono evirò il padre.[1][2] Come gli altri Giganti, Encelado nacque in una specifica regione: Flegra[3] (in Tracia) o Pallene.[4]

Come tutti i Giganti, Encelado era una creatura metà uomo e metà bestia: fino alle cosce aveva forma umana, mentre al posto degli arti inferiori aveva squamose code di serpenti, anche se questa descrizione non è sempre stata seguita alla lettera nelle rappresentazioni pittoriche.[5]

Con gli altri Giganti, Encelado partecipò alla cosiddetta Gigantomachia, la battaglia tra i Giganti e gli dèi dell'Olimpo. Durante la battaglia Encelado tentò di fuggire ma la dea Atena lo sotterrò gettandogli sopra l'isola di Sicilia, luogo dal quale non può più fuggire;[6] il mito narra che l'attività vulcanica dell'Etna sia originata dal respiro infuocato di Encelado, mentre i tremori della terra durante i terremoti, dal suo rotolarsi sotto la montagna a causa delle ferite (miti simili sono narrati per Tifone).[7][8] In Grecia, un terremoto è ancora poeticamente chiamato un "colpo di Encelado" (Το χτύπημα του Εγκέλαδου).

  1. ^ Esiodo, Teogonia, 182 ss.
  2. ^ Afrodite ebbe la stessa origine, ma il suo mito non è collegato con quello dei Giganti.
  3. ^ Strabone identifica Flegra con i Campi Flegrei.
  4. ^ Apollodoro, Biblioteca, 1,6,1; Igino, Fabulae, Proemio.
  5. ^ Pausania nega che i Giganti avessero code di serpenti al posto dei piedi (Paus. 8.29.3), ma vengono rappresentati così nei monumenti dell'antichità (Sir James George Frazer, note to Apollodorus, Library and Epitome, 1.6.1).
  6. ^ Apollodoro, Biblioteca, 1,6,1.
  7. ^ Virgilio, Eneide, III.
  8. ^ Stazio, Tebaide, III.

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