Enciclopedismo

La Naturalis historia, scritta da Plinio il Vecchio nel I secolo, è stato il primo libro ad essere chiamato Enciclopedia. Testo di grande importanza nel Medioevo, come si può vedere da questo manoscritto del XIII secolo ampiamente illustrato.

L'Enciclopedismo è una prospettiva che punta ad includere un ampio spettro di conoscenze in una singola opera.[1] Il termine comprende, sia le enciclopedie vere e proprie, che i generi relativi, nei quali la capacità di comprendere abbracciare tutta la conoscenza è una caratteristica specifica. Enciclopedia, è una latinizzazione del greco "έγχύχλιος παιδεία" ('enkýklios paideía), che significa "istruzione circolare, insieme di dottrine che formano un’educazione completa".[2]. Per lo scrittore britannico H.G. Wells, non dovrebbe essere "una miscellanea, ma una concentrazione, una chiarificazione, e una sintesi della conoscenza".[3]

Oltre alla capacità di abbracciare una conoscenza totale, la scrittura enciclopedica si caratterizza per la mancanza di un pubblico specifico o di applicazioni pratiche. L'autore spiega in sintesi i fatti per il beneficio di un lettore che utilizzerà poi le informazioni in un modo che lo scrittore non ha intenzione di anticipare. Per esempio, abbiamo discussioni sull'agricoltura e manifattura di scrittori romani quali Plinio e Varro. È tuttavia improbabile che coltivatori o artigiani abbiano guadagnato consigli pratici da questo tipo di materiale.[4]

La maggior parte della cultura classica andò perduta nel corso del Medioevo e questo contribuì ad aumentare l'importanza dei lavori enciclopedici che sopravvissero, inclusi quelli di Aristotele e Plinio. Con lo sviluppo della stampa nel XV Secolo, il ventaglio di conoscenze disponibili ai lettori crebbe esponenzialmente. La scrittura enciclopedica divenne una necessità pratica ed un genere chiaramente distinto. Gli Enciclopedisti del Rinascimento erano estremamente consapevoli di quanta cultura classica fosse stata persa. La loro speranza era, sia di riappropriarsi e catalogare le conoscenze del tempo, che di prevenirne una perdita maggiore.[5]

Nella loro forma moderna, le enciclopedie consistono generalmente di articoli scritti in ordine alfabetico da diversi specialisti. Questa configurazione venne sviluppata nel XVIII Secolo, espandendo il dizionario tecnico per includere temi non-tecnici. L'Encyclopédie, redatta da Diderot e D'Alembert tra il 1751 ed il 1772, divenne più tardi un modello per numerose altre opere. Come gli enciclopedisti del Rinascimento, Diderot era preoccupato della possibile distruzione della civiltà e sperava che le conoscenze selezionate sarebbero sopravvissute.[6]

  1. ^ Richard Smiraglia, The Elements of Knowledge Organization, Dordrecht, Springer, 2014.
  2. ^ Treccani s.v. Enciclopedia.
  3. ^ H. G. Wells, World Brain (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2015)..
  4. ^ Marco Formisano, "Late Latin Encyclopedism: toward a new paradigm for practical knowledge," in Jason König, Greg Woolf (eds.), Encyclopaedism from Antiquity to the Renaissance., Cambridge University Press, 2013, pp. 197–218: "Roman encyclopaedism and practical knowledge", pp. 199-204.
  5. ^ Ann Blair, "Revisiting Renaissance Encyclopedism," in Encyclopaedism from Antiquity to the Renaissance., Cambridge: Cambridge University Press, 2013, pp.378-397, cfr. pp. 381-382.
  6. ^ Encyclopedists. su Internet Encyclopedia of Philosophy.

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