L'epidermide (dal greco antico ἐπιδερμίς?, epidermìs, a sua volta da ἐπί, epì, "sopra" e δέρμα, dèrma, "pelle") è il più esterno dei due strati (insieme al derma) che compongono la pelle[1]. Istologicamente è classificato come epitelio pavimentoso pluristratificato corneificato[2] o cheratinizzato, essendo formato da cinque strati di cellule.
L'epidermide si rinnova completamente attraverso un processo di proliferazione e differenziazione che porta continuamente nuove cellule generate nello strato più profondo a migrare e trasformarsi attraversando gli strati sovrastanti fino ad essere disperse per desquamazione. Essendo completamente epiteliale non è vascolarizzata e il suo nutrimento dipende dalla diffusione di metaboliti ed ossigeno dallo strato più superficiale del derma. Presenta uno spessore che varia dai 50 μm a 1,5 mm, massimo nel palmo delle mani o nella pianta dei piedi[3], numerosi annessi cutanei e terminazioni nervose.
L'elasticità e la plasticità dell'epidermide sono molto sensibili alle variazioni metaboliche o a brevi immobilizzazioni che la portano a diventare più atrofica, secca e a desquamarsi più facilmente[4].