L'epoca d'oro islamica è un periodo storico ricadente nel Califfato abbaside e che ebbe termine con la conquista mongola di Baghdad nel 1258.[1] Ebbe inizio intorno alla metà dell'VIII secolo con l'avvento del Califfato abbaside e il trasferimento della capitale da Damasco a Baghdad.[2] Gli abbasidi furono influenzati dalle prescrizioni del Corano e dagli ʾaḥādīth della Sunna, ritenendo che "l'inchiostro di uno studioso fosse più sacro del sangue di un martire", frase che sottolineava il valore della conoscenza[2]. Durante questo periodo, il mondo islamico divenne un centro intellettuale per la scienza, la filosofia, la medicina, l'astrologia, la matematica, l'alchimia e l'istruzione, visto che gli Abbasidi sostennero la causa della conoscenza e istituirono la Casa della Saggezza a Baghdad, dove studiosi musulmani e appartenenti ad altre religioni cercarono di tradurre e raccogliere tutta la conoscenza del mondo in arabo[2].
Molte opere classiche dell'antichità, che altrimenti sarebbero andate perdute, vennero tradotte in arabo e persiano e poi, a loro volta, in turco, ebraico e latino.[2] Durante questo periodo il mondo arabo divenne un insieme di culture che riuscirono a sintetizzare la conoscenza acquisita dagli antichi romani, cinesi, indiani, persiani, egiziani, greci e bizantini.[2]