Esercito romano della media repubblica | |
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Altare di Domizio Enobarbo, 113 a.C.: in questo altorilievo tre soldati indossano elmi attici ornati di cimieri e loriche hamatae, tranne il soldato a destra (di spalle) che indossa un elmo beotico; lo scudo è quello tipico dell'epoca repubblicana, formato da assi di legno unite al centro da una nervatura metallica. | |
Descrizione generale | |
Attiva | 350 - 107 a.C. |
Nazione | Roma Antica |
Tipo | forze armate terrestri (di fanteria e cavalleria) e di mare |
Guarnigione/QG | Roma |
Patrono | Marte dio della guerra |
Colori | porpora |
Anniversari | 21 aprile |
Decorazioni | Dona militaria |
Onori di battaglia | Trionfo, Spolia opima |
Comandanti | |
Degni di nota | Scipione Africano, Scipione Emiliano |
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L'esercito romano della media Repubblica è l'insieme delle forze militari terrestri e di mare che servirono Roma antica nel corso della serie di campagne militari che caratterizzarono la sua espansione, durante il periodo medio repubblicano fino alla riforma mariana (dal 350 circa al 107 a.C.), che ne rappresentò il sovvertimento. Allora infatti, a seguito della crescente proletarizzazione del ceto medio cittadino di Roma, fu promossa una riforma che, rimuovendo la leva di massa obbligatoria (il dilectus, anche se sopravvisse in seguito), rendeva l'accesso all'esercito su base di norma volontaria. È anche conosciuto come esercito romano manipolare.
La caratteristica principale dell'esercito della media repubblica fu l'organizzazione manipolare del suo schieramento in battaglia. Invece di un'unica e grande massa (la falange), come era stato l'esercito romano in età regia, i Romani elaborarono una formazione su tre linee (triplex acies), costituita da piccole unità di 120 legionari (manipoli), schierati come su una scacchiera, dove fondamentale risultava l'aspetto tattico e la flessibilità della formazione. Questa organizzazione venne probabilmente introdotta durante le guerre sannitiche (343-295 a.C.).
E forse probabilmente in questo periodo, ogni legione venne accompagnata da una formazione alleata di non-cittadini romani delle stesse dimensioni, chiamata ala, reclutata tra le popolazioni italiche denominate socii. Si trattava di circa 150 città-stato autonome, legate a Roma da trattati di perpetua alleanza militare. I loro unici obblighi erano di fornire truppe alleate completamente equipaggiate a loro spese, in appoggio all'esercito romano, a richiesta, fino ad un massimale stabilito ogni anno. Evidenze archeologiche nei campi presso la città di Numanzia in Spagna, mostrano che si trattava di unità tattiche molto ampie. La coorte (composta più tardi da 480 soldati, era l'equivalente di 3 manipoli ovvero 6 centurie) esisteva già, accanto ai manipoli, dalla seconda guerra punica. Dal 107 a.C. circa (riforma mariana dell'esercito romano), la coorte sembra abbia rimpiazzato completamente i manipoli come unità tattica base della legione romana.
La seconda guerra punica (218–201 a.C.) vide l'aggiunta di un terzo elemento al preesistente dualismo Romani-Italici: mercenari non Italici con specifiche competenze mancanti nelle legioni e nelle alae: la cavalleria "leggera" numidica, gli arcieri cretesi e i frombolieri delle Baleari. Da questo momento in poi, queste unità andarono ad accompagnare l'esercito romano, che andava così dividendosi in: legioni di cittadini romani, alleati italici (utilizzati anche nella marina militare) e i mercenari non-Italici.