L'espressionismo tedesco deve la sua origine principalmente alla fondazione del movimento Die Brücke ("il ponte"). Lo scopo dei fondatori di questo movimento è quello di gettare un ponte tra la pittura classica neoromantica e un nuovo stile che si definirà in seguito come "espressionismo".
L'espressionismo tedesco è un movimento caratterizzato dalla ricerca del soggettivo nella realtà che li circonda. Le metropoli, la vita di strada, il circo, stimolano riflessioni sulla solitudine dell'uomo, sull'alienazione dell'individuo, sull'immoralità. Il segno incisivo e la gamma cromatica acida e accentuata divengono tratti distintivi di questo movimento. Gli impressionisti cercavano di fissare un'impressione sulle loro tele, e si dedicavano alla realtà esteriore, l'espressionismo invece si dedica all'emozione, alla sensualità, al raggiungimento di un'espressione efficace, capace di stimolare, impressionare l'osservatore.
Alcuni degli espressionisti guardano alla guerra come alla possibilità di un nuovo ordine sociale. Un conflitto mondiale può essere il colpo di spugna da loro desiderato per far nascere un nuovo stile di vita: si auspica la purificazione dell'Europa, il tramonto di tutte le antiche strutture di potere. Molti artisti, animati da questi principi, si arruolano e combattono al fronte come volontari, ma il risultato è quello di prender coscienza degli orrori della guerra, che li sconvolgono al punto di portarli in qualche caso a smettere di dipingere. In altri casi, la guerra diventa contemporaneamente fonte di ispirazione, incubo, ossessione.
Tra gli esponenti di spicco del primo espressionismo tedesco si può citare Paula Modersohn-Becker (1876-1907); altra pittrice espressionista di spicco fu Gabriele Münter.