Portogallo | |
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Motto: Deus, Pátria e Família ("Dio, Patria e Famiglia") | |
Dati amministrativi | |
Nome completo | Repubblica Portoghese |
Nome ufficiale | (PT) República Portuguesa |
Lingue ufficiali | portoghese |
Lingue parlate | Portoghese |
Inno | A Portuguesa ("La Portoghese") |
Capitale | Lisbona |
Dipendenze | Impero portoghese |
Politica | |
Forma di governo | Dittatura autoritaria monopartitica corporativa (1933-1974) |
Presidente | Elenco |
Primo ministro | |
Nascita | 11 aprile 1933 |
Causa | Entrata in vigore della Costituzione del Portogallo del 1933 |
Fine | 25 aprile 1974 |
Causa | Rivoluzione dei garofani |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Penisola Iberica |
Massima estensione | 2 168 071 km² nel 1940 |
Popolazione | 17 103 404 nel 1940 22 521 010 nel 1970 |
Economia | |
Valuta | Escudo portoghese |
Religione e società | |
Religioni preminenti | Cattolicesimo |
Religione di Stato | Cattolicesimo |
Religioni minoritarie | Islam |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Prima repubblica portoghese |
Succeduto da | Repubblica portoghese |
L'Estado Novo (/ɨʃˈtaðu ˈnovu/, lett. "Nuovo Stato") era lo stato corporatista portoghese istituito nel 1933. Si evolse dalla Ditadura Nacional ("Dittatura nazionale") formata dopo il colpo di Stato del 28 maggio 1926 contro la democratica ma instabile Prima Repubblica. Insieme, la Ditadura Nacional e l'Estado Novo sono riconosciuti dagli storici come la Seconda Repubblica Portoghese (in portoghese Segunda República Portuguesa). L'Estado Novo, fortemente ispirato dalle ideologie conservatrici ed autocratiche, venne sviluppato da António de Oliveira Salazar, che fu Presidente del Consiglio dei Ministri dal 1932 fino a quando la malattia lo costrinse a lasciare l'incarico nel 1968.
L'Estado Novo è stato uno dei regimi autoritari più longevi in Europa nel XX secolo. Contrario a comunismo, socialismo, sindacalismo, anarchismo, liberalismo e anticolonialismo,[N 1] il regime era conservatore, corporatista e nazionalista per natura, difendendo il cattolicesimo tradizionale del Portogallo. La sua politica prevedeva la perpetuazione del Portogallo come nazione pluricontinentale sotto la dottrina del lusotropicalismo, con Angola, Mozambico ed altri territori portoghesi come estensioni del Portogallo stesso, essendo una presunta fonte di civiltà e stabilità per le società d'oltremare nei possedimenti africani e asiatici. Sotto l'Estado Novo, il Portogallo cercò di perpetuare un vasto impero secolare con un'area totale di 2 168 071 chilometri quadri (837 097 mi²), mentre altre ex potenze coloniali avevano, a questo punto, ampiamente aderito alle richieste globali di autodeterminazione e indipendenza delle loro colonie d'oltremare.[2]
Il Portogallo entrò a far parte delle Nazioni Unite (ONU) nel 1955 e fu membro fondatore della NATO (1949), dell'OCSE (1961) e dell'EFTA (1960). Nel 1968, Marcello Caetano venne nominato primo ministro in sostituzione di un Salazar anziano e debilitato; continuò a spianare la strada verso l'integrazione economica con l'Europa e un livello più elevato di liberalizzazione economica nel paese,[3] raggiungendo la firma di un importante accordo di libero scambio con la Comunità economica europea (CEE) nel 1972.[4]
Dal 1950 fino alla morte di Salazar nel 1970, il Portogallo vide il suo PIL pro capite aumentare a un tasso medio annuo del 5,7%.[5] Nonostante la notevole crescita economica e la convergenza economica, alla caduta dell'Estado Novo nel 1974, il Portogallo aveva ancora il reddito pro capite più basso e il tasso di alfabetizzazione più basso dell'Europa occidentale (sebbene ciò sia continuato anche in seguito).[6][7][8] Il 25 aprile 1974, la rivoluzione dei garofani a Lisbona, un colpo di Stato militare organizzato dagli ufficiali militari di sinistra portoghesi – il Movimento delle Forze Armate (MFA) – portò alla fine dell'Estado Novo.
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