«Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me".»
L'eucaristìa,[2] o comunione, o santa cena, per gran parte delle Chiese cristiane, è il sacramento istituito da Gesù durante l'Ultima Cena, alla vigilia della sua passione e morte. Il termine deriva dal greco antico εὐχαριστία?, eucharistía, "ringraziamento, rendimento di grazie". Il Nuovo Testamento narra l'istituzione dell'eucaristia in quattro passi: Matteo 26,26-28[3]; Marco 14,22-24[4]; Luca 22,19-20[5]; Prima lettera ai Corinzi 11,23-25[6]. In Giovanni 6,24-35[7] Gesù si definisce, in analogia con la manna, come il vero pane disceso dal cielo, che sazia e disseta per la vita eterna, inviato dal Padre a dare la vita per il mondo.