Eventi d'impatto su Giove

Voce principale: Giove (astronomia).

In epoca contemporanea, sono stati osservati vari eventi d'impatto su Giove, il più significativo dei quali è stato l'impatto della cometa Shoemaker-Levy 9 nel 1994.

Rappresentazione artistica di un frammento della cometa Shoemaker-Levy 9 in rotta di collisione con Giove.

Giove è il pianeta più massiccio del sistema solare,[N 1] ed in virtù della sua grande massa possiede una vasta sfera di influenza gravitazionale, la regione di spazio dove può, in condizioni favorevoli,[N 2] avvenire la cattura di un asteroide o di una cometa in transito, la terza del sistema solare dopo quella del Sole e quella di Nettuno.[1]

Giove è in grado di catturare con una certa frequenza delle comete in orbita attorno al Sole. In genere, tali comete percorrono alcune rivoluzioni attorno al pianeta seguendo orbite instabili poiché altamente ellittiche e perturbabili dalla gravità solare. Mentre alcune di esse recuperano infine un'orbita eliocentrica, altre precipitano sul pianeta o, più raramente, sui suoi satelliti.[2][3]

Oltre al fattore massa, la relativa vicinanza al sistema solare interno permette a Giove di influenzarvi la distribuzione dei corpi minori. A lungo si è creduto che tali caratteristiche portassero il gigante gassoso ad espellere dal sistema o ad attrarre la maggior parte degli oggetti vaganti nelle sue vicinanze e, conseguentemente, a determinare una riduzione del numero di oggetti potenzialmente pericolosi per la Terra. Successivi studi dinamici hanno evidenziato come in realtà la situazione sia più complessa: la presenza di Giove, infatti, tende a ridurre la frequenza di impatto sulla Terra di oggetti provenienti dalla nube di Oort,[4] mentre la incrementa nel caso degli asteroidi[5] e delle comete di corto periodo.[6]

Per questa ragione Giove è il pianeta del sistema solare caratterizzato dalla maggior frequenza di impatti, il che giustifica la sua nomea di "spazzino" o "aspirapolvere cosmico" del sistema solare.[7][8] Studi del 2009 suggeriscono una frequenza d'impatto di uno ogni 50–350 anni, per un oggetto di 0,5-1 km di diametro;[9] gli impatti con oggetti di dimensioni più piccole avverrebbero con una frequenza maggiore.


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  1. ^ (EN) G.A. Chebotarev, Gravitational Spheres of the Major Planets, Moon and Sun, in Soviet Astronomy, vol. 7, 1964, p. 620. URL consultato il 12 febbraio 2011.
  2. ^ (EN) G. Tancredi, Lindgren, M.; Rickman, H., Temporary Satellite Capture and Orbital Evolution of Comet P/Helin-Roman-Crockett, in Astronomy and Astrophysics, vol. 239, novembre 1990, pp. 375-380. URL consultato il 1º febbraio 2011.
  3. ^ (EN) Katsuhito Ohtsuka, Ito, T.; Yoshikawa, M.; Asher, D. J.; Arakida, H., Quasi-Hilda Comet 147P/Kushida-Muramatsu: Another long temporary satellite capture by Jupiter (PDF), in Astronomy & Astrophysics, 19 agosto 2008. URL consultato il 1º febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2013).
  4. ^ (EN) J. Horner, Jones, B.W.; Chambers, J., Jupiter - friend or foe? III: the Oort cloud comets, in International Journal of Astrobiology, vol. 9, n. 1, 2010, pp. 1-10, DOI:10.1017/S1473550409990346. URL consultato il 4 febbraio 2011.
  5. ^ (EN) J. Horner, Jones, B.W., Jupiter: Friend or foe? I: the asteroids, in International Journal of Astrobiology, vol. 7, 3&4, 2008, pp. 251-261, DOI:10.1017/S1473550408004187. URL consultato il 1º febbraio 2011.
  6. ^ (EN) J. Horner, Jones, B.W., Jupiter - friend or foe? II: the Centaurs, in International Journal of Astrobiology, vol. 8, n. 2, 2009, pp. 75-80, DOI:10.1017/S1473550408004357. URL consultato il 4 febbraio 2011.
  7. ^ (EN) Dennis Overbye, Jupiter: Our Cosmic Protector?, in The New York Times, 26 luglio 2009, p. WK7. URL consultato il 1º febbraio 2011.
  8. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Sanchez-Lavega
  9. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Sanchez-Lavega6

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