Federico II di Hohenstaufen | |
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Ritratto di Federico II con il falco dal suo trattato De arte venandi cum avibus | |
Imperatore dei Romani | |
In carica | 22 novembre 1220 – 13 dicembre 1250 |
Incoronazione | 22 novembre 1220 |
Predecessore | Ottone IV |
Successore | Corrado IV |
Re di Sicilia come Federico I | |
In carica | 27 novembre 1198 – 13 dicembre 1250 |
Incoronazione | 17 maggio 1198 |
Predecessore | Costanza I |
Successore | Corrado IV di Svevia |
Re di Gerusalemme come Federico | |
In carica | 9 novembre 1225 – 13 dicembre 1250 |
Incoronazione | 18 marzo 1229 |
Predecessore | Jolanda |
Successore | Corrado II |
Re dei Romani | |
In carica | 25 luglio 1215 – 22 novembre 1220 |
Incoronazione | 9 dicembre 1212 (Magonza) 25 luglio 1215 (Aquisgrana) |
Predecessore | Ottone IV |
Successore | Enrico di Svevia (co-reggente: 1220-1234) Corrado IV di Svevia (co-reggente e successore: 1237-1254) |
Re d'Italia (per diritto di successione da Ottone IV, ma mai incoronato ufficialmente) | |
In carica | 1218 – 1250 |
Incoronazione | mai avvenuta |
Predecessore | Ottone IV di Brunswick |
Successore | Enrico VII di Lussemburgo |
Duca di Svevia come Federico VII | |
In carica | 1212 – 1216 |
Predecessore | Ottone IV |
Successore | Enrico II |
Altri titoli | Duca di Puglia e Calabria Conte di Matera Re di Tessalonica Principe di Capua |
Nascita | Jesi, Marca Anconitana, 26 dicembre 1194 |
Morte | Fiorentino di Puglia, Regno di Sicilia, 13 dicembre 1250 |
Luogo di sepoltura | Cattedrale di Palermo |
Dinastia | Hohenstaufen |
Padre | Enrico VI |
Madre | Costanza d'Altavilla |
Coniugi | I Costanza d'Aragona II Jolanda di Brienne III Isabella d'Inghilterra IV Bianca Lancia |
Figli | (con I) Enrico (con II) Margherita Corrado (con III) Margherita Enrico Carlotto (con IV) Costanza Manfredi Violante (figli naturali) Enzo Caterina da Marano Federico Biancofiore Federico Selvaggia Riccardo Gherardo Federico altri |
Religione | Cristianesimo Cattolico |
Federico Ruggero di Hohenstaufen (Jesi, 26 dicembre 1194 – Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250) è stato re di Sicilia (come Federico I, dal 1198 al 1250), duca di Svevia (come Federico VII, dal 1212 al 1216), Imperatore dei Romani (come Federico II, eletto nel 1211, incoronato dapprima ad Aquisgrana nel 1215 e, successivamente, a Roma dal papa nel 1220) e re di Gerusalemme (dal 1225 per matrimonio, autoincoronatosi nella stessa Gerusalemme nel 1229). Federico discendeva dal lato paterno dalla nobile famiglia degli Hohenstaufen e dal lato materno dalla nobile famiglia siculo-normanna degli Altavilla, conquistatori di Sicilia e fondatori del Regno di Sicilia. Conosciuto con l'appellativo stupor mundi ("meraviglia o stupore del mondo"), Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Il suo mito finì per confondersi con quello del nonno paterno, Federico Barbarossa. Il carisma di Federico II è stato tale che all'indomani della sua morte, avvenuta a Fiorentino di Puglia (Torremaggiore), il figlio Manfredi, futuro re di Sicilia, in una lettera indirizzata al fratello Corrado IV citava tali parole: «Il sole del mondo si è addormentato, lui che brillava sui popoli, il sole dei giusti, l'asilo della pace».
Il suo regno fu principalmente caratterizzato da una forte attività legislativa moralizzatrice e di innovazione artistica e culturale, volta a unificare le terre e i popoli, ma fortemente contrastata dalla Chiesa, di cui il sovrano mise in discussione il potere temporale. Ebbe infatti ben due scomuniche dal papa Gregorio IX, che arrivò a vedere in lui l'anticristo.[1] Federico fu un apprezzabile letterato, convinto protettore di artisti e studiosi: la sua corte nel Regno di Sicilia fu luogo di incontro fra le culture greca, latina, germanica, araba ed ebraica. Uomo straordinariamente colto ed energico, stabilì in Sicilia e nell'Italia meridionale una struttura politica molto somigliante a un moderno regno, governato centralmente e con un'amministrazione efficiente.[2]
Federico II parlava sei lingue (latino, siciliano, tedesco, francese, greco e forse arabo)[3] e giocò un ruolo importante nel promuovere le lettere attraverso la poesia della Scuola siciliana. La sua corte reale imperiale a Palermo dal 1220 circa sino alla sua morte, vide uno dei primi utilizzi letterari di una lingua romanza (dopo l'esperienza provenzale), il siciliano. La poesia che veniva prodotta dalla Scuola siciliana ha avuto una notevole influenza sulla letteratura e su quella che sarebbe diventata la moderna lingua italiana. La scuola e la sua poesia furono salutate con entusiasmo da Dante e dai suoi contemporanei, e anticiparono di almeno un secolo l'uso dell'idioma toscano come lingua d'élite letteraria d'Italia.[4]