Filetto (liuteria)

Il filetto (o filettatura) è un inserto in legno comunemente presente nella tavola armonica e nel fondo di alcuni strumenti ad arco, come quelli della famiglia del violino. Il filetto è costituito tipicamente da tre striscioline di legno (usualmente quella mediana di pioppo e le due esterne di pero tinto di colore scuro) inserite in un solco precedentemente scavato lungo la tavola o il fondo. La funzione del filetto non è solo ornamentale, ma ha anche lo scopo strutturale di mantenere coese fra loro le fibre del legno, particolarmente nei punti in cui il filetto è ortogonale alle stesse, prevenendo la formazione di crepe[1]. Il filetto non influenza in genere l'acustica dello strumento, in quanto è incassato all'altezza delle controfasce[2].

Il primo esempio noto di filettatura è quella di un violino di Andrea Amati del 1564, ora conservato presso l'Ashmolean Museum. Alcuni liutai, come Maggini, usavano spesso la doppia filettatura, con due diversi filetti distanziati l'uno dall'altro. Oltre che sul piano e sul fondo armonico, negli strumenti antichi e barocchi spesso anche la tastiera e la cordiera erano filettate, in quanto all'epoca erano comunemente realizzate in acero, che poteva essere filettato, decorato o rivestito d'ebano. Negli strumenti più riccamente decorati, specie quelli a pizzico tastati, possono essere presenti delle filettature in abalone o madreperla. Negli strumenti di liuteria povera o di fabbricazione industriale la filettatura può essere soltanto disegnata con la vernice, o nei moderni strumenti economici può essere realizzata in plastica.

  1. ^ Sacconi, p. 107.
  2. ^ Sacconi, p. 108.

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