Fronte orientale parte del teatro europeo della seconda guerra mondiale | |||
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Dall'alto a sinistra in senso orario: carri T-34 sovietici nelle strade di Berlino; carri armati pesanti Panzer VI Tiger I durante la battaglia di Kursk; soldati sovietici in azione durante la battaglia di Stalingrado; bombardieri "Stuka" in volo; il feldmaresciallo Wilhelm Keitel firma la resa; esecuzione di ebrei ucraini. | |||
Data | 22 giugno 1941 – 9 maggio 1945 | ||
Luogo | Unione Sovietica, Europa orientale, Germania Orientale | ||
Esito | Vittoria dell'Unione Sovietica | ||
Modifiche territoriali |
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Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
Effettivi | |||
Perdite | |||
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Il fronte orientale (indicato nella storiografia russo-sovietica come grande guerra patriottica, in russo Великая Отечественная война?, Velikaja Otečestvennaja vojna) rappresentò il più importante teatro bellico della seconda guerra mondiale, nonché uno scenario fondamentale che decise, negli anni tra il 1941 e il 1945, il conflitto in Europa. Le operazioni condotte su questo fronte videro contrapposte da una parte le forze armate della Germania nazista e dei suoi alleati e dall'altro quelle dell'Armata Rossa dell'Unione Sovietica, sostenuta più avanti nel conflitto da nazioni che abbandonarono la loro alleanza con i tedeschi nonché dalle forze insurrezionali di Polonia e Jugoslavia.
Il fronte si aprì il 22 giugno 1941 con l'invasione dell'Unione Sovietica da parte della Wehrmacht tedesca, che inizialmente travolse le forze armate sovietiche spingendole, dopo aver subito enormi perdite, a battere in ritirata fino alle porte di Mosca. Sotto la direzione del leader sovietico Iosif Stalin ed anche grazie ad un massiccio supporto logistico di stati alleati, USA, Canada e Gran Bretagna che fornirono mezzi, armi, cibo, carburante ed altri beni, l'Unione Sovietica riuscì lentamente a riorganizzare e potenziare le sue forze e l'Armata Rossa, dopo la grande vittoria nella battaglia di Stalingrado terminata il 2 febbraio 1943, sferrò una continua serie di offensive che, pur a costo di forti perdite, riuscirono a indebolire gradualmente l'esercito tedesco e a liberare i territori invasi. Nel 1944-1945 infine le truppe sovietiche avanzarono inarrestabili in Europa orientale e in Germania, concludendo vittoriosamente la guerra entrando a Berlino e Vienna. Al termine del conflitto, l'Unione Sovietica si elevò al rango di superpotenza, sia industriale sia militare, con l'occupazione de facto dell'Europa orientale, dei Paesi Baltici e la spartizione dell'Europa prefigurata alla conferenza di Jalta nel febbraio 1945.
La locuzione "grande guerra patriottica" è utilizzata in Russia e in alcuni altri Stati dell'ex Unione Sovietica per descrivere la resistenza all'invasione nazista. Tale espressione fu scelta per evocare la "guerra patriottica" combattuta dall'Impero russo contro Napoleone Bonaparte nel 1812 e meglio conosciuta come "campagna di Russia".