Il Fullness Factor, o FF, traducibile in italiano come fattore di sazietà, è un parametro che misura il valore della sazietà, entro due ore dopo l'assunzione, di diversi alimenti prendendo come riferimento una quota isocalorica standard di 1000 kJ, equivalenti a circa 240 kcal. Si tratta di una rielaborazione matematica del già esistente Indice di sazietà, scoperto nel 1995 dal Holt et al., finalizzato allo stesso obiettivo[1].
Nutrition Data[2], noto sito web dedicato alla nutrizione, ha creato nel 2003, l'indice di sazietà brevettandolo e rielaborandolo attraverso uno specifico metodo di calcolo. I suoi ideatori hanno formulato questo indice attraverso un'analisi matematica e multidisciplinare, nella quale sono stati riutilizzati i profili nutrizionali degli alimenti testati nello studio dell'indice di sazietà. Da quanto riscontrato, risulta che esiste una buona correlazione tra i valori dell'indice di sazietà e la quantità di calorie presente in ogni alimento. Vi è anche una correlazione significativa, ma minore, tra l'indice ed il contenuto netto di carboidrati, grassi, fibre alimentari e proteine. Dal modello matematico sviluppato, la Nutrition Data è stata in grado di creare un'equazione per convertire il profilo nutrizionale di un alimento nell'indice di sazietà previsto, chiamato Fullness Factor. Questo indice è normalizzato in modo che tutti i valori risultanti rientrino in un range compreso tra il valore 0 ed il valore 5. Il Fullness Factor calcolato per il pane bianco, per esempio, è di 1,8, quindi valori superiori a questo indicano la presenza di un alimento più saziante del pane bianco, mentre valori inferiori a 1,8 indicano la presenza di un alimento meno saziante. Il Fullness Factor degli alimenti è indipendente dalla peso della porzione.[3][4][5]