G4 (Europa)



Il G4 (anche denominato Big Four), in Europa, comprende Francia, Germania, Italia e Regno Unito[1][2][3][4][5][6][7]. Questi paesi sono considerati grandi potenze regionali europee, ed essi sono i paesi europei singolarmente presenti a pieno titolo nel G7 e nel G20. Il termine G4 è stato usato per la prima volta quando il Presidente francese Nicolas Sarkozy convocò, per una riunione a Parigi[8], il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, il Primo ministro del Regno Unito, Gordon Brown, e la cancelliera tedesca Angela Merkel, per valutare le iniziative da prendere per far fronte alla crisi finanziaria durante la Grande recessione. L'OCSE (Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica) definisce questi paesi "I 4 grandi paesi europei"[9]. I leader del G4 cercano di coordinarsi per quanto riguarda le politiche estere, sulle quali essi condividono interessi strategici comuni[10][11].

  1. ^ EU's Big Four speak as one ahead of G7 in Tokyo
  2. ^ Europe's Big Four
  3. ^ The Quint Acknowledging the Existence of a Big Four-US Directoire at the Heart of the European Union
  4. ^ Leading indicators and tendency surveys, su oecd.org. URL consultato il 13 ottobre 2014.
  5. ^ EU 'Big Four' in bailout row, in The Independent. URL consultato il 13 ottobre 2014.
  6. ^ RFI - European leaders meet in Paris, su www1.rfi.fr, Rfi.fr. URL consultato il 13 ottobre 2014.
  7. ^ A Parigi il Vertice G4 sulla crisi finanziaria - Apiceuropa, su apiceuropa.com, Rfi.fr. URL consultato il 13 ottobre 2014.
  8. ^ RFI - Rescue of German bank falls through, G4 summit closes, su www1.rfi.fr, Rfi.fr. URL consultato il 13 ottobre 2014.
  9. ^ OECD Glossary of Statistical Terms - Composite leading indicator zones Definition, su stats.oecd.org. URL consultato il 13 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2013).
  10. ^ Francois Fillon Pictures - European G4 Leaders Meet For Financial Crisis Summit - Zimbio, in Zimbio. URL consultato il 13 ottobre 2014.
  11. ^ Obama, European chiefs discuss Syria, in The Washington Times. URL consultato il 13 ottobre 2014.

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