Galaxy Science Fiction

Copertina del primo numero di Galaxy, ottobre 1950, illustrata da David Stone. Il curatore editoriale degli esordi H. L. Gold non apprezzava le copertine delle altre riviste di fantascienza, che ritraevano eroi muscolosi e giovani donne seminude alle prese con mostri.[1]
Galaxy Science Fiction
StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Linguainglese
Genererivista di fantascienza
Formatodigest
FondatoreH. L. Gold
Fondazione1950
Chiusura1980
Record vendite100.000 (1951)
ISSN0016-4003
 

Galaxy Science Fiction è stata una rivista statunitense di fantascienza in formato digest pubblicata per un trentennio dal 1950 al 1980. Venne fondata da un'editrice italo-francese, la World Editions di Cino Del Duca,[2] che stava cercando di penetrare nel mercato americano. La World Editions assunse come curatore editoriale H. L. Gold, che rese in poco tempo Galaxy la rivista fantascientifica leader dell'epoca, concentrandosi su storie dai temi sociali piuttosto che tecnologici.

Gold pubblicò diverse storie importanti durante la sua direzione, tra cui il romanzo breve Gli anni del rogo (The Fireman, 1951) di Ray Bradbury, poi espanso in Fahrenheit 451; Il terrore dalla sesta luna (The Puppet Masters, 1951) di Robert A. Heinlein; e L'uomo disintegrato (The Demolished Man, 1952) di Alfred Bester. Nel 1952 la rivista fu acquisita da Robert Guinn, il suo tipografo. Verso la fine del 1950 Frederik Pohl affiancò Gold in molti aspetti della produzione della rivista. Con il peggioramento della salute di Gold, Pohl fece le veci di curatore, subentrando ufficialmente alla fine del 1961, anche se svolgeva già da qualche tempo la maggior parte del lavoro legato alla produzione della rivista.

Sotto Pohl, Galaxy continuò il suo successo, pubblicando regolarmente narrativa di scrittori come Cordwainer Smith, Jack Vance, Harlan Ellison e Robert Silverberg. Pohl non vinse mai l'annuale premio Hugo per la sua gestione di Galaxy, vedendosi invece assegnati tre Hugo per la sua rivista sorella, If. Nel 1969 Guinn vendette Galaxy alla Universal Publishing and Distribution Corporation (UPD) e Pohl diede le dimissioni, venendo sostituito da Ejler Jakobsson. Sotto Jakobsson la rivista declinò in termini qualitativi; recuperò sotto James Baen, che fu assunto a metà 1974, ma quando egli si licenziò alla fine del 1977 il peggioramento riprese e si verificarono problemi finanziari: gli scrittori non erano pagati alle scadenze e la programmazione delle uscite divenne irregolare. Entro la fine del 1970 il periodo di tempo che intercorreva tra le uscite si allungò e la testata venne infine venduta all'editore della rivista Galileo, Vincent McCaffrey, che pubblicò un solo numero nel 1980. Seguì una breve rinascita come rivista semiprofessionale nel 1994 a cura dal figlio di H. L. Gold, E. J. Gold, durata otto numeri bimestrali.

Al suo apice, Galaxy ebbe una notevole influenza nel campo della fantascienza. Fu considerata una delle principali riviste di fantascienza quasi fin dagli inizi e la sua influenza non venne meno fino all'abbandono di Pohl nel 1969. Gold apportò alla fantascienza su rivista una "sofisticata sottigliezza intellettuale" secondo Pohl, il quale aggiunse che "dopo Galaxy era impossibile continuare a essere naïf".[3] Lo storico della fantascienza David Kyle concorda, commentando che "di tutti i curatori dentro e fuori della scena postbellica, il più influente è stato al di là di ogni dubbio H. L. Gold".[4] Kyle suggerisce che la nuova direzione impostata da Gold condusse "inevitabilmente" alla sperimentazione della New Wave, il movimento letterario che definì la fantascienza degli anni sessanta.[4]

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  4. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore APHOSF_119-20

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