Nell'antica Roma, la gens (pl. gentes) era un gruppo di famiglie che si riconosceva in un antenato comune e praticava culti comuni[1].
Secondo la convenzione dei nomi romani, i membri di una gens condividevano lo stesso nomengentilizio, mentre i suoi differenti "rami", le famiglie (familiae), portavano un differente cognomen (o soprannome) per distinguersi.[2] Ad esempio la gens Cornelia comprendeva sia i Cornelii Scipiones, sia i Cornelii Balbi, i Cornelii Lentuli, eccetera[2].
^Guido Clemente, Guida alla storia romana. Nuova edizione, Oscar Mondadori, Milano 2014, pp.41-42. Secondo gli studi del Serrao[senza fonte] le famiglie non erano invece legate da una parentela di sangue: infatti la lex XII tabularum citata da Gaio ricorda che "in mancanza di eredi, il patrimonio va agli agnati prossimi, altrimenti alla gens". Poiché gli heredes sui hanno un grado nella familia, mentre non vi sono rimandi a gerarchie nelle parentele gentilizie.
^abJean-Claude Fredouille, Dictionnaire de la civilisation romaine, Larousse, Parigi 1986, p.118.