George Milburn (Coweta, 27 aprile 1906 – New York, 22 settembre 1966) è stato uno scrittore, giornalista e sceneggiatore statunitense.
Milburn scrisse per numerose riviste, tra cui si possono citare l'Harper's Magazine, Vanity Fair, The New Yorker, The Saturday Evening Post e Scribner's Magazine.[1][2]
Le sue opere di maggior successo e qualità furono le antologie "Oklahoma Town" e "No More Trumpets", che narravano la vita degli abitanti del suo stato d'origine, l'Oklahoma, non trascurandone i lati negativi, come il razzismo, il proibizionismo e gli scandali.[3]
Milburn fu uno dei primi scrittori dell'Oklahoma a scrivere della discriminazione razziale perpetrata nella società civile locale, che nel 1921 aveva visto la città di Tulsa sconvolta da disordini razziali che avevano provocato centinaia di vittime, ma che almeno fino al 1996 era stato un argomento tabù: ciò gli causò disconoscimento ed avversione nel nativo Sooner State, pur continuando a venire apprezzato nel resto del paese.[2][3]