«Vivre libre ou mourir»
«Vivere liberi o morire»
Con il termine giacobinismo si intende un movimento e un'ideologia politica variegata[2], ma unita dal repubblicanesimo, dalla sovranità popolare, dal dirigismo economico e dall'anticlericalismo, risalenti in origine all'esperienza del Club dei Giacobini (nome ufficiale Società degli Amici della Costituzione) durante la Rivoluzione francese, soprattutto nella sua fase più radicale (regime del Terrore) guidata da Maximilien de Robespierre, leader del Club e membro del Comitato di Salute Pubblica e della Convenzione nazionale; la vita della Repubblica francese fu dominata in quel periodo (fine 1792 - luglio 1794) soprattutto da membri del gruppo.
I giacobini, come i cordiglieri con cui formavano i Montagnardi (ad un certo punto li egemonizzarono facendoli coincidere), si distinguevano dai Girondini soprattutto per l'opposizione al liberismo e al federalismo, sostenendo lo statalismo, la democrazia e il centralismo, oltre che la radicalizzazione della rivoluzione, senza raggiungere gli estremi dei movimenti non partitici come gli Enragés e della fazione degli hebertisti (pur appoggiato fortemente dai sanculotti rimase un movimento più legato alla borghesia del Terzo stato), ma spazzando via anche violentemente ogni residuo dell'Antico Regime e tutto ciò che era considerato controrivoluzionario. Nel momento di massimo potere, il Club era considerabile come il partito istituzionale più radicale della Rivoluzione, situato all'estrema sinistra della Convenzione nazionale.
Ispirato alle teorie di Jean-Jacques Rousseau e di alcuni illuministi, ma nella prassi ideata e attuata dai rivoluzionari come Marat e Robespierre (ispirati anche dalla visione rousseauiana idealizzata delle virtù antiche come tramandate da Plutarco, dagli stoici e da Cicerone, e prendendo inoltre a modello parziale l'antica Repubblica Romana), il giacobinismo si diffuse in buona parte dell'Europa durante l'epoca rivoluzionaria, in forma più moderata dopo il 1794 (come nel triennio giacobino italiano del 1796-99 con la nascita delle repubbliche sorelle), diventando quasi un sinonimo di repubblicanesimo, ed ebbe un'influenza politica notevole nella storia francese per tutto il XIX secolo, in particolare negli eventi della Rivoluzione di luglio, della Rivoluzione francese del 1848 e, soprattutto, nell'esperienza della Comune di Parigi. A livello europeo stimolò movimenti patriottici rivoluzionari democratici (i giacobini si autodefinivano anche come "Patrioti"[2]) e di ispirazione democratica come la primavera dei popoli del 1848.
Successivamente, filosofi e politici marxisti comunisti come Lenin e Antonio Gramsci sostennero un rapporto di filiazione del bolscevismo dal giacobinismo e tale tesi è stata poi fatta propria, sia pure con notazioni e valutazioni diverse, dalla storiografia, a partire da Albert Mathiez (che vi ha visto anche gli elementi fondativi ideologici della socialdemocrazia e del socialismo democratico) e Jacob Talmon[3][4].
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