Giovanni Pipino di Altamura (... – Altamura, 1357) è stato un condottiero italiano.[1] Noto anche come Giovanni Pipino II o semplicemente Giovanni Pipino ((LA) Iohannes Pipinus), è noto soprattutto per essere stato conte di Altamura e di Minervino Murge, e per le sue numerose azioni militari per conto di varie fazioni, condotte all'interno del Regno di Napoli durante il XIV secolo. Il periodo in cui visse era per il regno un periodo di instabilità politica, cominciato a partire dagli ultimi anni di vita del sovrano Roberto d'Angiò. Le azioni di Giovanni Pipino erano principalmente tese all'accrescimento o al recupero dei possedimenti familiari all'interno della "cornice anarchica" creatasi.
Secondo quanto riportato dai vari autori a lui coevi (Cola di Rienzo, Giovanni Villani e Domenico da Gravina), mostrò assieme ai suoi fratelli un'"innata violenza"[2], cercò in tutti i modi di sottomettere le popolazioni e di farsi strada seguendo le orme del suo omonimo antenato, assoldò banditi e delinquenti e vessò le popolazioni da lui soggiogate; dimostrò arroganza e insubordinazione anche nei confronti del re di Napoli Roberto d'Angiò, il che portò all'incarcerazione sua e dei suoi fratelli, che durò fino alla morte del re. Inizialmente schierato con il re Andrea d'Ungheria, negli ultimi anni della sua vita, insieme con i suoi fratelli, si schierò prima dalla parte di Giovanna I d'Angiò e Luigi di Taranto, e poi dalla parte di Luigi di Durazzo (1354), in contrapposizione a Luigi di Taranto.[3][1]
È noto soprattutto per le modalità della sua morte, che fu seguita dal successivo smembramento del corpo. Nel 1356 fu catturato nel Castello di Matera, e condotto ad Altamura, dove fu impiccato ai merli dell'omonimo Castello di Altamura,[4][2][5][6][7] e il suo corpo fu smembrato in quattro parti per mezzo di quattro cavalli[senza fonte] ed esposto come monito in vari punti della città. Un bassorilievo nel posto in cui fu esposta la sua coscia (chiamata la "coscia di Pipino") fu eretto in ricordo dell'evento presso porta Matera (Altamura) ed è tuttora visibile.[8]
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