Giro d'Italia 1932 | |||||
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Il percorso | |||||
Edizione | 20ª | ||||
Data | 14 maggio - 5 giugno | ||||
Partenza | Milano | ||||
Arrivo | Milano | ||||
Percorso | 3 233 km, 13 tappe | ||||
Tempo | 105h42'41" | ||||
Media | 30,602 km/h | ||||
Classifica finale | |||||
Primo | |||||
Secondo | |||||
Terzo | |||||
Classifiche minori | |||||
Squadre | Legnano | ||||
Stranieri | Jef Demuysere | ||||
Isolati | Aristide Cavallini | ||||
Cronologia | |||||
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Il Giro d'Italia 1932, ventesima edizione della "Corsa Rosa", si svolse in tredici tappe, dal 14 maggio al 5 giugno 1932, su un percorso di complessivi 3 233 km. Fu vinto dall'italiano Antonio Pesenti, davanti al belga Jef Demuysere e all'altro italiano Remo Bertoni. Su 109 partenti, arrivarono al traguardo finale 66 corridori.[1]
La ventesima edizione della corsa si caratterizzò per un percorso povero di grandi montagne, per agevolare i ciclisti che successivamente avrebbero affrontato il Tour de France. Crebbe il numero di ciclisti stranieri in gruppo, con la presenza al via di alcuni "big" come Demuysere e Antonin Magne.[2] Dopo la prima frazione vinta da Learco Guerra, sul successivo traguardo di Udine si impose il tedesco Hermann Buse (primo straniero a vincere al Giro dopo undici anni),[3] che guadagnò 11 minuti sui migliori e indossò la maglia rosa, mantenendola poi per altre quattro frazioni. La settima tappa, da Lanciano a Foggia, vide Antonio Pesenti della Wolsit, formazione associata alla Legnano di Alfredo Binda, andare all'attacco in solitaria, imporsi con 3'45" su Demuysere, 8'58" su Bertoni e Binda (attardato da un'indisposizione), 16'07" su Guerra (appiedato da cinque forature) e ben 33'19" su Buse, e conquistare il primato.[4][5] Non lo cederà più, anche grazie al supporto di Binda nelle tappe successive, vestendo di rosa fino al traguardo finale all'Arena Civica.[4] Proprio la tappa finale all'Arena, il 5 giugno 1932, fu per la prima volta raccontata in diretta radiofonica da Nello Corradi per l'EIAR.[4]
Al Giro 1932 si registrò una delle ultime prestazioni di rilievo di Costante Girardengo, che a 39 anni arrivò secondo nella prima tappa,[4] ma si ritirò poi durante la quinta. All'età di 47 anni prese il via anche il "Diavolo Rosso" Giovanni Gerbi, che riuscì persino a concludere la corsa, anche se ormai fuori gara per aver concluso fuori tempo massimo al termine dell'ottava tappa.[1][6]
L'edizione 1932 del Giro fu seguita in veste di inviato speciale dallo scrittore Achille Campanile, che ne trasse una serie di articoli umoristici per la Gazzetta del Popolo di Torino, poi raccolti nel libro Battista al Giro d'Italia pubblicato da Treves in quello stesso 1932[7] e poi ripubblicato da Bompiani nel 1994[8] e da Otto/Novecento nel 2010[9].
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