Giuseppe Garibaldi | |
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La nave nel 1938 | |
Descrizione generale | |
Tipo | Incrociatore leggero |
Classe | Duca degli Abruzzi (5ª del tipo Condottieri) |
In servizio con | Regia Marina fino al 1946 Marina Militare dal 1946 |
Costruttori | Cantieri Riuniti dell'Adriatico |
Cantiere | San Marco (Trieste) |
Impostazione | 28 dicembre 1933 |
Varo | 21 aprile 1936 |
Entrata in servizio | 20 dicembre 1937 |
Ammodernamento | Convertito tra il 1957 e il 1961 in incrociatore missilistico |
Disarmo | 1971 |
Radiazione | 1975 |
Destino finale | Avviata alla demolizione nel 1978 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | |
Lunghezza | |
Larghezza | 18,9 m |
Pescaggio | 6,8 m |
Propulsione | 2 turbine a vapore con 8 caldaie e 2 eliche; 100 000 shp (75 000 kW) |
Velocità | 33 nodi (61,1 km/h) |
Autonomia | 4 125 miglia a 13 nodi (7 640 km a 24,08 km/h) |
Equipaggio | 640 (29 ufficiali e 611 tra sottufficiali e marinai) |
Armamento | |
Artiglieria |
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Siluri |
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Altro | |
Corazzatura | Verticale: 100 mm + 30 mm Orizzontale: 40 mm Artiglierie: 135 mm Torrione: 140 mm |
Mezzi aerei | 4 idrovolanti IMAM Ro.43 |
Note | |
Motto | Obbedisco |
Dati tratti da [1] e [2] | |
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Il Giuseppe Garibaldi fu un incrociatore leggero della Regia Marina, seconda e ultima unità della classe Duca degli Abruzzi. Fu varato dai cantieri Riuniti dell'Adriatico nell'aprile 1936.
Dopo aver partecipato all'occupazione dell'Albania nell'aprile 1939, fu assegnato alla 1ª Squadra delle forze da battaglia italiane e fu così presente ai primi scontri navali contro la Royal Navy nel mar Mediterraneo durante la seconda guerra mondiale, senza cogliere particolari successi. Sopravvisse indenne alla notte di Taranto e, a fine marzo, fu tra le navi italiane coinvolte nella battaglia di Capo Matapan (30-31 marzo 1941), pur rimanendo al margine dell'azione principale. Colpito nel luglio 1941 dal siluro di un sommergibile britannico, fu rimesso in efficienza a fine anno e fu schierato in diverse operazioni di scorta ai convogli diretti al fronte nordafricano; servì anche in turni di difesa del traffico navale nelle acque greche. Tornato in acque italiane all'inizio del 1943, in maggio fu spostato a Genova per sfuggire ai crescenti bombardamenti aerei anglo-statunitensi; qui fu colto l'8 settembre 1943 dall'annuncio dell'armistizio tra l'Italia e gli Alleati. L'incrociatore salpò quindi con la squadra centrata sulla nave da battaglia Roma, uscì indenne dagli attacchi aerei tedeschi che distrussero la grande unità e si consegnò agli Alleati a Malta; durante il successivo periodo di cobelligeranza tra l'Italia e gli Alleati il Garibaldi conobbe solo una modesta operatività, servendo anche come trasporto veloce.
Il trattato di pace di Parigi del 1947 confermò alla neonata Marina Militare il possesso di alcune delle unità ex regie, tra le quali il Giuseppe Garibaldi. L'incrociatore fu modificato più volte e, nel corso degli anni cinquanta, ne fu decisa la conversione a incrociatore missilistico: il lungo e complicato processo di trasformazione fu concluso nel 1961 a La Spezia, non senza critiche. Il Garibaldi divenne così il primo incrociatore lanciamissili a entrare in servizio nella Marina italiana e in una marina militare europea, ma nel decennio seguente svolse soprattutto funzioni di addestramento e rappresentanza. Posto in disarmo nel 1971 per tagli al bilancio della Marina, fu seriamente valutata l'ipotesi di farne una nave museo; fu, infine, radiato dal servizio quattro anni dopo e avviato alla demolizione nel 1978.
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