Giuseppe Verdi | |
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Giovanni Boldini, Ritratto di Giuseppe Verdi (1886) | |
Senatore del Regno d'Italia[1] | |
Durata mandato | 15 novembre 1875 – 27 gennaio 1901 |
Legislatura | dalla XII (nomina 15 novembre 1874) alla XXI |
Tipo nomina | Categorie: 20, 21 |
Sito istituzionale | |
Deputato del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 18 febbraio 1861 – 7 settembre 1865 |
Legislatura | VIII |
Gruppo parlamentare | Destra |
Collegio | Borgo S. Donnino |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Destra storica[1] |
Professione | Musicista, Compositore |
Firma |
Giuseppe Fortunino Francesco Verdi, detto Giuseppe (Le Roncole, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901), è stato un compositore e politico italiano.
È universalmente riconosciuto come uno dei maggiori operisti e compositori di ogni tempo, insieme ad altri protagonisti del teatro musicale italiano dell'Ottocento: Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini, Giacomo Puccini e Gaetano Donizetti.
Simpatizzò con il movimento risorgimentale che perseguiva l'Unità d'Italia e partecipò attivamente per breve tempo anche alla vita politica; nel corso della sua lunga esistenza stabilì una posizione unica tra i suoi connazionali, divenendo un simbolo artistico profondo dell'unità del Paese. Fu per questo motivo che un mese dopo la sua morte, una solenne e sterminata processione attraversò Milano, accompagnando le sue spoglie con le note del Va, pensiero, il coro degli schiavi ebrei del Nabucco, da lui scritto 60 anni prima, esprimendo di fatto i sentimenti degli italiani verso il loro eroe scomparso. Ciò dimostrò fino a che punto la musica di Verdi fosse stata assimilata nella coscienza nazionale.
Le sue opere rimangono ancora tra le più conosciute ed eseguite nei teatri di tutto il mondo, in particolare l'Aida (1871), il già citato Nabucco (1842) e la cosiddetta "Trilogia popolare": Rigoletto (1851), Il trovatore (1853) e La traviata (1853).