Il Gruppo ƒ/64 fu fondato da Ansel Adams nel 1932, allo scopo di riunire alcuni fotografi della San Francisco Bay (area della baia di San Francisco) aderenti alla straight photography (fotografia diretta), che condividevano uno stile fotografico comune, caratterizzato da immagini nitide e attentamente inquadrate.
Il manifesto costitutivo fu sottoscritto da vari fotografi[1]:
Il fondamento di precetto su cui si fonda il gruppo, parte sostenendo una fotografia vera, diretta e nitida, centrata ad esempio sulla ripresa fotografica tipica del obiettivo normale, diaframmato a f/64, in modo da consentire la miglior qualità dei dettagli fornita dall'ottica (che nel caso, era per grande formato), e allo scopo di ottenere la stessa proporzione tridimensionale e la tipica profondità di campo vista dal occhio umano, nelle soleggiate giornate californiane.
Utilizzando una fotocamera di piccolo formato con fotogrammi in formato Leica 24x36 (full-frame), sarebbe come utilizzare un obiettivo di focale ~ 40 mm diaframmato a f/8 (il calcolo è fatto confrontando l'iperfocale), nonostante la medesima profondità di campo equivalente a f/64 si ottiene con f/11, quando il punto di partenza per il confronto è un banco ottico 5x7" (circa 13x18cm) con focale 190 mm. Il motivo per cui il diaframma f/64 non produce la fastidiosa perdita di qualità dovuta alla diffrazione, dipende dal fatto che il foro dell'apertura di diaframma su ottiche di grande formato è molto più ampio rispetto ad un diaframma equivalente su ottiche normali di piccolo formato (circa 4-5 contro 0,7-1mm). L'eventuale «valore equivalente» della profondità di campo, Adams lo trovava più spesso adeguando i vari movimenti del banco ottico che era solito utilizzare (nella maggior parte dei suoi paesaggi), passando dal negativo 4x5" (10x12 cm) al 8x10" (20x25 cm).
La miglior nitidezza dell'immagine e quindi la grande profondità di campo, diventano la simbolica risposta al pittorialismo e l'approvazione della straight photography, la quale concentrò il proprio operato sugli stimoli forniti dall'attualità e dai risvolti sociali di quell'epoca e si propose di rilanciare l'arte contemporanea sul principio dell'indipendenza ideologica del fotografo e della fotografia, rifiutando i crismi propri delle arti grafiche, che erano qualcosa di diverso dalla pura fotografia. Una pura fotografia che non doveva avere alcuna velleità artistica o stilistica, ma invece doveva dedicarsi in maniera essenziale e diretta (straight ), alla cattura della quotidianità e della realtà senza modificarla, usando la più alta qualità ottica possibile.