La guerra anfibia è un tipo di operazione militare offensiva che usa navi militari per proiettare potenza terrestre ed aerea su una zona di sbarco ostile o potenzialmente tale[1].
Storicamente queste operazioni erano condotte principalmente tramite le imbarcazioni di servizio delle navi da guerra. A partire dalla campagna di Gallipoli iniziarono ad essere impiegati natanti specificatamente progettati per lo sbarco di truppe, materiali e veicoli, come i mezzi da sbarco, e per l'infiltrazione di commando, quali pattugliatori, gommoni a chiglia rigida e sommergibili tascabili. Il termine "anfibio" fece la sua comparsa negli Stati Uniti negli anni trenta dopo la comparsa dei primi LVT. Ai tempi dell'Impero britannico, le operazioni anfibie erano chiamate "operazioni combinate"[2]. Fin dall'inizio del XX secolo, lo sbarco anfibio di truppe su una testa di ponte costiera è riconosciuta come la più complessa di tutte le manovre militari, la cui esecuzione richiede un intricato coordinamento tra numerose specialità e risorse, quali potere aereo, supporto di fuoco navale, trasporto navale, pianificazione logistica, equipaggiamenti speciali, guerra terrestre, tattiche specifiche ed addestramento intensivo.