Guerra cambogiano-vietnamita

Guerra cambogiano-vietnamita
parte della Terza guerra d'Indocina
Un carro armato T-54 cambogiano divenuto oggi monumento (Museo della guerra di Siem Reap)
Data30 aprile 1977 - 23 ottobre 1991
LuogoCambogia e zone di confine con Vietnam e Thailandia
EsitoFirma degli accordi di pace di Parigi
ritirata vietnamita dalla Cambogia
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Vietnam: 150.000-200.000 uomini[1]Kampuchea Democratica: 73.000 uomini (1978)[2]
GCKD: 30.000 uomini (1989)
  • Khmer Rossi: 18.000
  • FLNPK: 10.000
  • Funcinpec: 2.000
Perdite
Vietnam: 15.000 morti
30.000 feriti[1]
più di 50.000 morti
più di 100.000 civili uccisi
Voci di guerre presenti su Wikipedia

La guerra cambogiano-vietnamita, talvolta indicata anche come terza guerra d'Indocina[3], fu un lungo conflitto che interessò dall'aprile del 1977 all'ottobre del 1991 il territorio della Cambogia e le zone limitrofe a questa di Vietnam e Thailandia; il conflitto ebbe origine dalle dispute territoriali esistenti tra Cambogia e Vietnam: inizialmente su piccola scala, gli scontri di confine tra le forze armate delle due nazioni e le incursioni transfrontaliere si trasformarono in una guerra aperta, culminata con l'invasione vietnamita della Cambogia e la sua completa occupazione.

A dispetto della passata alleanza nel corso della guerra civile in Cambogia tra le forze vietnamite e quelle del locale movimento comunista degli Khmer Rossi, la dirigenza del nuovo governo della Kampuchea Democratica, capitanata da Pol Pot e Khieu Samphan, decise di portare avanti con le armi le vecchie dispute di confine esistenti con il Vietnam; dopo due anni di sanguinose incursioni e rappresaglie reciproche, il governo di Hanoi decise di intervenire con forza e nel dicembre del 1978 diede avvio a un'invasione su vasta scala della Cambogia, culminata con la presa della capitale Phnom Penh il 7 gennaio 1979. La Kampuchea Democratica venne abbattuta e al suo posto fu istituito il governo filo-vietnamita della Repubblica Popolare di Kampuchea, ma ciò non portò alla fine della lotta: ritiratisi nelle regioni della Cambogia occidentale, da dove potevano sfruttare i rifugi sicuri offerti dalla vicinanza del confine con la Thailandia, gli Khmer Rossi diedero avvio a un vasto movimento guerrigliero contro l'occupazione vietnamita, venendo poi affiancati da due nuove formazioni anticomuniste: il Fronte di Liberazione Nazionale del Popolo Khmer di Son Sann e il Funcinpec dell'ex re di Cambogia Norodom Sihanouk. Benché divisa da forti contrasti ideologici, la guerriglia cambogiana fu infine in grado di fare fronte comune contro gli invasori, costituendo nel 1982 un "Governo di coalizione della Kampuchea Democratica" (GCKD).

Prostrati da un lungo e inconcludente conflitto con le forze guerrigliere e con la propria economia a pezzi a causa dell'isolamento internazionale causato dall'occupazione, i vietnamiti misero in atto un progressivo ritiro delle proprie forze dalla Cambogia, conclusosi sul finire del 1989. Al tempo stesso la leadership della Repubblica Popolare di Kampuchea cercò una via negoziata per la conclusione del conflitto: il 23 ottobre 1991 i vari antagonisti cambogiani firmarono gli accordi di pace di Parigi, concludendo il conflitto e aprendo una fase di stabilità e pacificazione della Cambogia.

  1. ^ a b Thayer 1994, p. 10.
  2. ^ Morris 1999, p. 103.
  3. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Rottman-26

Developed by StudentB