La guerra civile cinese (國共内戰T, 国共内战S, guógòng neìzhànP, lett. "guerra civile tra nazionalisti e comunisti") è un conflitto tra il Kuomintang (Partito Nazionalista Cinese, KMT) e il Partito Comunista Cinese (PCC), durato tra alterne fasi dal 1927 al 1950.
La guerra iniziò attorno al 1927 quando, dopo il precario Primo Fronte Unito creato prima dell'inizio della spedizione del Nord contro l'ostilità dei signori della guerra cinesi alla riunificazione del paese, l'ala destra del Kuomintang, guidata da Chiang Kai-shek espulse i comunisti dall'alleanza che aveva reso possibile la comunione d'intenti, dando l'inizio a una serie di campagne di accerchiamento degli avversari. Chiang Kai-shek costituì così nel 1927 un governo a Nanchino, contando sulle forze straniere, mentre nel 1928 riunificò la Repubblica di Cina. Nel 1931 Mao Zedong diventava presidente di una repubblica sovietica con base nel Jiangxi.
Dopo l'invasione giapponese della Cina nel 1937 i comunisti e i nazionalisti realizzarono per breve tempo una politica comune per respingere l'invasore. Nel 1946, fallita ogni possibilità di accordo tra le due fazioni, cominciò la seconda fase della guerra, che vide prevalere le forze maoiste; tutta la Cina continentale e le isole Hainan passarono sotto il controllo del partito comunista. Dopo la sconfitta i membri del Kuomintang si rifugiarono nell'isola di Taiwan, ultimo bastione della Repubblica di Cina.