Guerra civile in Iraq parte dell'inverno arabo | |||
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Massima espansione dello Stato Islamico nel 2015
Controllata dal governo
Controllata dall'ISIS Controllata dai curdi | |||
Data | 30 dicembre 2013 – 9 dicembre 2017 (3 anni e 344 giorni) | ||
Luogo | Iraq, collegata alla guerra civile siriana | ||
Casus belli | Invasione e espansione dello Stato islamico | ||
Esito | Sconfitta dello Stato Islamico e vittoria delle forze governative e dei curdi | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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Effettivi | |||
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La guerra civile in Iraq è stato un conflitto armato che ebbe inizio il 30 dicembre 2013, quando la milizia Stato Islamico dell'Iraq e Levante conquistò la provincia di Anbar, nella parte occidentale del Paese, e terminò il 9 dicembre 2017 con la caduta di Abu Kamal, roccaforte dell'ISIS lungo il confine Siria-Iraq.
Nel giugno 2014 la formazione salafita scatenò una rapida e violenta offensiva conquistando ampie parti dell'Iraq, in particolare la città di Mosul, arrivando inoltre a pochi chilometri dalla capitale Baghdad e penetrando nel territorio autonomo curdo.
In seguito a tale offensiva, durante il conflitto fu di fatto cancellato il confine fra l'Iraq e la Siria, di cui il gruppo già controllava la parte orientale, e la formazione arrivò a controllare un'area di circa 270.000 km² (quasi quanto la superficie dell’Italia), in cui era presente una popolazione di circa 11 milioni di abitanti[1].
Il governo iracheno, insieme a una coalizione a guida statunitense e a milizie sciite iraniane, è intervenuto militarmente contro l'ISIS.[2] La città di Mosul è rimasta in gran parte distrutta a seguito dei bombardamenti aerei della coalizione e ha subito pesanti perdite di civili.[3] La presenza di milizie sciite è stata inoltre causa di un genocidio nei confronti degli arabi sunniti iracheni.[4] Ne è risultata la sconfitta dell'ISIS.