Guerra d'indipendenza lettone

Guerra di indipendenza lettone
parte della guerra civile russa
Truppe lettoni entrano a Riga nel 1919
Data1º dicembre 1918 - 11 agosto 1920
LuogoLettonia
Esitofirma del trattato di Riga
indipendenza della Lettonia
Schieramenti
Comandanti
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La guerra d'indipendenza lettone, a volte chiamata guerra di liberazione lettone (in lettone: Latvijas brīvības cīņas, letteralmente "lotta per la libertà della Lettonia," o Latvijas atbrīvošanas karš, "guerra di liberazione lettone"), si svolse tra il 1º dicembre 1918 e l'11 agosto 1920 sul territorio dell'attuale Lettonia.

Nato come lotta per l'indipendenza della Lettonia dal secolare dominio della Russia, il conflitto si trasformò in una guerra civile interna agli abitanti della regione, divisi tanto su base politica tra nazionalisti e bolscevichi locali, quanto su base etnica tra lettoni propriamente detti e tedeschi del Baltico. Il conflitto andò poi a inserirsi nel periodo di caos e disordini sorto in Europa orientale a seguito della rivoluzione d'ottobre in Russia, della dissoluzione dell'Impero russo e della conseguente guerra civile russa: le forze della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa invasero la Lettonia sia per spalleggiare i bolscevichi locali che per riguadagnare il controllo dei territori occidentali perduti a seguito del trattato di Brest-Litovsk, mentre le potenze dell'Europa occidentale (Regno Unito e Francia in particolare) appoggiavano i nazionalisti lettoni in funzione contro-rivoluzionaria; a fianco dei nazionalisti lettoni scesero poi in campo varie nazioni confinanti, tutte contemporaneamente in guerra con la Russia bolscevica, e in particolare l'Estonia e, nell'ultima parte del conflitto, la Polonia e la Lituania.

La prima parte della guerra vide le forze nazionaliste lettoni del governo provvisorio di Kārlis Ulmanis fare fronte comune con le milizie dei tedeschi del Baltico, organizzate con l'appoggio della Germania, contro le forze della RSFS Russa intente a invadere la Lettonia per sostenere il governo della Repubblica Socialista Sovietica Lettone: dopo aver occupato buona parte del paese, i bolscevichi furono respinti dalle controffensive dei nazionalisti ripiegando nelle regioni orientali. I contrasti interni al movimento indipendentista sfociarono in una guerra aperta tra i lettoni (spalleggiati da truppe estoni) e i baltico-tedeschi, conclusasi con una precaria tregua mediata dagli anglo-francesi nel luglio 1919; la tregua fu solo momentanea, e dopo essere confluiti nel movimento delle Armate Bianche anti-bolsceviche i baltico-tedeschi tentarono nuovamente di rovesciare il governo lettone nell'ottobre 1919: dopo pesanti scontri e con l'appoggio di estoni, britannici e francesi, i lettoni furono in grado di infliggere una sconfitta definitiva ai baltico-tedeschi e di porre fine alla minaccia.

L'ultima fase della guerra nel gennaio 1920 vide le forze lettoni, coadiuvate da contingenti polacchi e lituani, sconfiggere definitivamente ciò che restava del movimento bolscevico locale nella regione orientale della Letgallia; dopo la stipula di un primo armistizio il 1º febbraio 1920, il conflitto si concluse con il trattato di Riga dell'11 agosto 1920 che riconobbe la piena indipendenza della Lettonia.


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