Guerra dei sei giorni parte dei conflitti arabo-israeliani | |||
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In bianco/giallo Israele prima della guerra dei sei giorni, in arancione chiaro i territori acquisiti dopo la guerra dei sei giorni. In rosso il territorio occupato dall'Egitto dopo la guerra del Kippur, in grigio il territorio occupato da Israele dopo la guerra del Kippur | |||
Data | 5-10 giugno 1967 | ||
Luogo | Sinai, Cisgiordania, alture del Golan | ||
Casus belli | Chiusura da parte egiziana degli stretti di Tiran | ||
Esito | Vittoria israeliana (vedi la sezione conseguenze) | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
Perdite | |||
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Alle vittime dei due schieramenti vanno ancora aggiunti 34 marinai statunitensi morti durante un attacco israeliano a una nave militare statunitense | |||
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La guerra dei sei giorni (ebraico: מלחמת ששת הימים, Milhemet Sheshet Ha Yamim; arabo: النكسة, al-Naksa, «la sconfitta», o حرب 1967, Ḥarb 1967, guerra del 1967; 5-10 giugno 1967) fu un conflitto facente parte dei conflitti arabo-israeliani che vide contrapposti Israele e le nazioni confinanti Egitto, Siria e Giordania. Anche per via dell'effetto sorpresa, la guerra si tramutò in una netta vittoria israeliana nonostante la superiorità numerica degli arabi.
Al termine del conflitto Israele aveva conquistato la penisola del Sinai e la striscia di Gaza all'Egitto, la Cisgiordania e Gerusalemme Est alla Giordania e le alture del Golan alla Siria. L'esito della guerra, la condizione giuridica dei territori occupati ed il relativo problema dei rifugiati influenzano pesantemente ancora oggi la situazione geopolitica del Medio Oriente.[3]