Guerra di Piccolo Corvo parte delle guerre indiane | |||
---|---|---|---|
L'assedio di New Ulm (Minnesota), 19 agosto 1862, dipinto di Henry August Schwabe (ca. 1902) | |||
Data | 1862 | ||
Luogo | Minnesota | ||
Esito | Vittoria degli Stati Uniti | ||
Modifiche territoriali | Perdita di tutti i territori in Minnesota da parte dei Dakota | ||
Schieramenti | |||
| |||
Comandanti | |||
| |||
Perdite | |||
| |||
Voci di guerre presenti su Wikipedia | |||
La guerra di Piccolo Corvo, conosciuta negli Stati Uniti d'America come rivolta (o sollevazione) dei Sioux [2] (Sioux Uprising) o, più recentemente come guerra (dei) Dakota del 1862 (Dakota War of 1862), è stato un conflitto armato tra gli Stati Uniti e la maggior parte delle tribù dei Santee Dakota, che costituivano la sezione orientale della grande nazione sioux.
Si verificò durante la presidenza di Abraham Lincoln e cominciò il 17 agosto 1862 nei pressi del fiume Minnesota, nel sudovest dell'omonimo stato. Si concluse il 26 dicembre 1862 a Mankato con l'impiccagione di 38 uomini delle tribù ribelli, in quella che è oggi ricordata come la più grande esecuzione di massa nella storia americana.
Sebbene le stime ufficiali non concordino, si calcola che le perdite americane non superarono le ottocento unità tra militari (intorno a cento) e civili, mentre vi furono circa trentamila sfollati e molti coloni si salvarono perché catturati come schiavi o salvati da amici dakota. Le perdite da parte indiana, sono, come al solito, assai più incerte. Secondo Jean Pictet, se non si contano i trentotto impiccati, i Dakota persero alla fine solo quarantadue guerrieri. Il numero dei caduti non combattenti, sia nel corso della guerra che nelle successive deportazioni, dovette invece essere notevolmente più elevato.[3]