L'high fantasy (lett. "fantasy aulico") o epic fantasy (lett. "fantasy epico") è un sottogenere della narrativa fantasy caratterizzato dal registro epico delle sue ambientazioni e dei suoi personaggi. Tali storie si svolgono in un mondo immaginario distinto dalla realtà, spesso pervaso di magia, che ha un proprio funzionamento diverso da quello del mondo reale (la critica letteraria lo definisce "mondo secondario"). Al contrario, il low fantasy è generalmente ambientato nel nostro mondo o in uno molto simile.[1][2][3]
Elementi high fantasy erano presenti già in testi composti fra tardo Ottocento e inizio Novecento dai primi autori anglofoni di letteratura fantastica, quali William Morris e Lord Dunsany[4], ma i primi esempi compiuti del genere sono stati il romanzo Il Signore degli Anelli (1954-1955) di J. R. R. Tolkien[5] e l'eptalogia de Le cronache di Narnia (1950-1956) di C. S. Lewis[6][7], divenuti archetipi dell'high fantasy rispettivamente nella sua declinazione per pubblico adulto e per l'infanzia.
Il termine "high fantasy" fu coniato dal romanziere di formazione tolkieniana Lloyd Alexander nel saggio High Fantasy and Heroic Romance (1971)[8] e fu ulteriormente elaborato da Kenneth J. Zahorski e Robert H. Boyer nella tassonomia della narrativa di genere da loro proposta.[9]