Impero britannico | |
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Motto: "Dieu et mon droit" | |
Mappa anacronistica di tutti i territori che hanno fatto parte dell'Impero britannico | |
Dati amministrativi | |
Nome completo | Impero britannico |
Nome ufficiale | British Empire |
Lingue ufficiali | Inglese |
Lingue parlate | Inglese, irlandese, hindi, urdu, swahili, arabo, francese, afrikaans, lingue australiane aborigene, māori, maltese e altre |
Inno | God save the King/Queen |
Capitale | Londra |
Dipendente da | Regno di Inghilterra (1607-1707) Regno di Gran Bretagna (1707-1800) Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda (1801-1922) Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (1922-1997) |
Politica | |
Forma di Stato | Impero coloniale |
Forma di governo | Monarchia assoluta (1607-1688) Monarchia costituzionale (1689-1837) Monarchia parlamentare (1837-1997) |
Capo di Stato | Sovrani del Regno Unito |
Capo di Governo | Primi ministri del Regno Unito |
Nascita | 1607 |
Causa | Fondazione della Colonia della Virginia |
Fine | 1º luglio 1997 con Elisabetta II |
Causa | Cessione di Hong Kong alla Cina[1] |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | America, Asia, Africa, Oceania, Europa |
Territorio originale | Isole britanniche |
Massima estensione | 37,1 milioni di km²[2] nel 1921 (1°) |
Popolazione | 448 000 000 nel 1921 |
Economia | |
Valuta | Sterlina britannica |
Risorse | spezie, cereali, tessuti, droghe, tè, pietre preziose |
Produzioni | spezie, derrate alimentari, tessuti, oppio, tè |
Commerci con | Regno Unito, Cina, America Latina, Stati Uniti |
Esportazioni | spezie, derrate alimentari, tessuti, oppio, tè |
Importazioni | derrate alimentari, utensili, prodotti industriali, macchine tessili |
Religione e società | |
Religioni preminenti | anglicanesimo, cattolicesimo, chiesa di Scozia (in Gran Bretagna ed Irlanda); induismo, islam, buddhismo, culti animisti (in India e nelle altre colonie) |
Religione di Stato | anglicanesimo (dal XVI secolo) |
Classi sociali | proprietari terrieri, funzionari, militari, commercianti, contadini |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Regno d'Inghilterra |
Succeduto da | Regno Unito Commonwealth delle Nazioni |
Ora parte di | Regno Unito Commonwealth delle Nazioni |
L'Impero britannico è stato il più vasto impero di tutti i tempi. Comprendeva colonie, domini, protettorati, mandati e altri territori amministrati dal Regno Unito.[3] I territori dell'Impero, sulle mappe, carte geografiche ed atlanti venivano solitamente colorati di rosa, più raramente di rosso: quest'ultimo rendeva le scritte meno leggibili, pertanto veniva preferito il rosa.
Nato coi possedimenti d'oltremare e i trading post fondati dall'Inghilterra tra la fine del XVI secolo e l'inizio del XVIII secolo, al suo apice fu il più grande impero della storia e per oltre un secolo fu una potenza globale e una superpotenza.[4] Nel 1920 l'Impero britannico governava circa 458 milioni di persone, un quinto della popolazione mondiale al momento[5] e copriva oltre 37124894 km², quasi un quarto dell'intera superficie della Terra.[6][7] Pertanto la sua eredità politica, giuridica, linguistica e culturale è tuttora molto diffusa, tanto che al culmine del suo potere la frase «l'impero su cui il sole non tramonta mai», oltre che per l'Impero spagnolo, è stata spesso utilizzata anche per descrivere l'Impero britannico, poiché fu tanto esteso in tutto il mondo per cui il sole splendeva sempre su almeno uno dei suoi territori.
Durante l'età delle scoperte nel XV e XVI secolo il Portogallo e la Spagna intrapresero l'esplorazione europea del globo, fondando grandi imperi d'oltremare. Invidiosi della grande ricchezza che questi imperi generarono, Inghilterra, Francia e Paesi Bassi iniziarono a stabilire proprie colonie e reti commerciali nelle Americhe e in Asia.[8] Durante i secoli XVII e XVIII una serie di guerre contro i Paesi Bassi e la Francia lasciarono all'Inghilterra (e poi alla Gran Bretagna, in seguito all'unione del 1707 tra Inghilterra e Scozia) il dominio sul potere coloniale in Nord America e India.
Nel 1783 l'indipendenza delle tredici colonie del Nord America al termine della guerra d'indipendenza americana causò la perdita da parte della Gran Bretagna di molte delle sue colonie più antiche e più importanti. Quindi l'attenzione britannica si riversò verso l'Asia, l'Africa e il Pacifico. Dopo la sconfitta della Francia nelle guerre napoleoniche (1792–1815) il Regno Unito emerse come la principale potenza navale e imperiale del XIX secolo, con Londra la città più grande del mondo da circa il 1830.[9]
L'incontrastato dominio marittimo britannico è stato poi descritto come la Pax Britannica, un periodo di relativa pace in Europa e nel mondo (1815–1914)[10][11][12], tanto che venne coniato il termine "Belle Époque" per indicarne la seconda parte. Nei primi anni del XIX secolo la rivoluzione industriale iniziò a mutare il Regno Unito e dal tempo della Grande esposizione del 1851 il Paese è stato descritto come il «laboratorio del mondo».[13] L'Impero britannico si ampliò includendo l'India, gran parte dell'Africa e molti altri territori in tutto il mondo. Accanto al controllo formale esercitato sulle sue colonie, il dominio britannico su gran parte del commercio mondiale significava che di fatto essa controllava le economie di molte regioni, come l'Asia e l'America Latina.[14][15] A livello nazionale gli orientamenti politici favorirono il libero commercio e le politiche liberiste e un graduale ampliamento del diritto di voto. In questo secolo la popolazione aumentò velocemente, accompagnata da una rapida urbanizzazione, causando tensioni economiche e sociali.[16] Alla ricerca di nuovi mercati e fonti di materie prime il Partito Conservatore guidato da Benjamin Disraeli intraprese un periodo di espansione imperialista principalmente in Egitto, in Sudafrica e altrove. Canada, Australia e Nuova Zelanda erano dominion autonomi.[17]
Con l'inizio del XX secolo la Germania e gli Stati Uniti sfidarono il vantaggio economico del Regno Unito. Le successive tensioni economiche e militari tra Regno Unito e Germania furono tra le principali cause dello scoppio della prima guerra mondiale, durante la quale il Regno Unito fece gran affidamento sul suo impero. Il conflitto mise un'enorme pressione sulle risorse militari, finanziarie e di manodopera del Regno Unito e pur mantenendo la sua enorme estensione territoriale non riuscì più a essere la potenza preminente del mondo. Durante la seconda guerra mondiale le colonie nel sud-est asiatico furono occupate dall'Impero giapponese. Nonostante la vittoria del Regno Unito e dei suoi alleati, il danno al prestigio britannico contribuì ad accelerare il declino dell'impero.
L'India, il territorio più prezioso e popoloso dell'impero, ottenne l'indipendenza come parte di un movimento più ampio di decolonizzazione che la concesse a molti territori imperiali. Il trasferimento di Hong Kong alla Cina, avvenuto nel 1997, per molti fu la fine dell'Impero britannico.[18][19][20][21] Al 2022 quattordici territori d'oltremare sono sotto la sovranità britannica. Dopo l'indipendenza, molte ex colonie britanniche hanno aderito al Commonwealth delle nazioni, una libera associazione di Stati indipendenti. Il Regno Unito è una delle quindici nazioni del gruppo noto informalmente come i reami del Commonwealth, che condividono lo stesso monarca, Carlo III del Regno Unito.
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