Impresa di Fiume parte del periodo interbellico e delle rivoluzioni del 1917-1923 | |
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D'Annunzio (al centro con il bastone) con alcuni legionari a Fiume nel 1919 | |
Data | 12 settembre 1919 - 27 dicembre 1920 |
Luogo | Fiume |
Causa | Irredentismo italiano e Vittoria mutilata |
Esito | Ritiro dei ribelli dannunziani |
Modifiche territoriali | Proclamazione dello Stato Libero di Fiume |
Schieramenti | |
Comandanti | |
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L'impresa di Fiume fu un episodio del periodo interbellico, che consistette nell'occupazione della città di Fiume, contesa tra il Regno d'Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, da parte di reparti ribelli del Regio Esercito italiano.
L'intento fu quello di proclamare l'annessione della città all'Italia forzando in tal modo la mano ai delegati delle potenze vincitrici della prima guerra mondiale, all'epoca impegnati nella Conferenza di pace di Parigi. La spedizione fu capeggiata dal poeta Gabriele D'Annunzio e organizzata da una coalizione politica guidata dall'Associazione Nazionalista Italiana, cui parteciparono esponenti del mazzinianesimo, del Futurismo e del sindacalismo rivoluzionario. L'occupazione iniziò il 12 settembre 1919 e durò 16 mesi con alterne vicende, tra cui la proclamazione della Reggenza italiana del Carnaro. Quando i ribelli si opposero al trattato di Rapallo, il governo italiano sgombrò la città con la forza durante il Natale 1920, per permettere la creazione dello Stato libero di Fiume.