Iperborea

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Iperborea (AFI: /iperˈbɔrea/) era una terra leggendaria, patria del mitico popolo degli Iperborei.

Continente nordico in una mappa di Mercatore del 1595.

Nei miti della religione greca e nelle dottrine dei loro storici (tra cui Erodoto), gli Iperborei (Ὑπερβόρεoι, «coloro [che vivono] oltre βορέας», la sede di Borea) erano un popolo che viveva in una terra lontanissima situata a nord della Grecia. Questa regione era un paese perfetto, illuminato dal sole splendente per sei mesi all'anno. L'appellativo di iperboreo viene riferito da Giamblico nel suo catalogo di pitagorici ad Abaris[1] il quale viene appellato in tal modo anche da Nicomaco[2] mentre Eliano riferisce che, a quanto detto da Aristotele, Pitagora era chiamato dai Crotoniati Apollo Iperboreo[3].

  1. ^ Diels & Kranz 2006, Giamblico (p. 921): «Iperboreo: Abaris.».
  2. ^ Diels & Kranz 2006, Nicomaco (p. 583, frag. 13): «[A proposito dei prodigi compiuti da Pitagora. Presero parte a questi prodigi Empedocle di Agrigento, Epimenide di Creta e Abaris l'Iperboreo, e spesso anche loro ne compirono di simili. Lo mostrarono con chiarezza le loro opere, e soprattutto i loro soprannomi: quello di Empedocle era "Domatore del Vento"; "Purificatore" era quello di Epimenide, e quello di Abaris "Aerobata"».
  3. ^ Diels & Kranz 2006, Eliano (p. 223, frag. 7, tratto dal Varia historia): «Aristotele dice che dai Crotoniati Pitagora era chiamato Apollo Iperboreo.».

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