L'irredentismo è l'aspirazione di un popolo a completare la propria unità territoriale nazionale acquisendo terre soggette al dominio straniero, ovvero terre non "liberate" (terre non redente o irredente[1]) sulla base di un'identità etnica o di un precedente legame storico. Spesso è sostenuto da movimenti nazionalisti caratteristici di una stessa identità politica, culturale e geografica.[2] L'espressione "terre irredente", cioè non liberate, fu utilizzata la prima volta nel 1877 dal patriota e uomo politico italiano Matteo Renato Imbriani ai funerali del padre Paolo Emilio: un giornalista viennese lo definì subito "irredentista" per dileggiarlo. Il termine è stato acquisito nella forma italiana anche da altre lingue. L'area geografica oggetto di irredentismo è definita irredenta.