Isterectomia | |
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Procedura chirurgica Disegno di un'isterectomia | |
Tipo | Ginecologia, Chirurgia |
Anestesia | anestesia generale (per procedura laparoscopica) e/o anestesia epidurale (per procedura laparotomica) o anestesia subaracnoidea (procedura vaginale) |
Indicazioni |
patologie uterine
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MeSH | D007044 |
MedlinePlus | 002915 |
eMedicine | 267273 |
L'isterectomia è una tecnica chirurgica che comporta l'asportazione dell'utero. Può anche comportare la rimozione della cervice, delle ovaie, delle tube di Falloppio e di altre strutture circostanti. Generalmente eseguita da un chirurgo ginecologo, l'isterectomia può prevedere la rimozione dell'intero utero (quindi di corpo, fondo, collo dell'utero; si parla in questo caso di isterectomia totale) oppure essere parziale (rimozione del corpo uterino lasciando intatta la cervice; si parla allora di isterectomia sopracervicale o isterectomia subtotale. In molti casi nel corso dell'intervento vengono asportate anche le ovaie e si parla allora di isterectomia con annessiectomia (generalmente vengono asportate le ovaie di entrambi i lati, perciò si esegue un'annessiectomia bilaterale). L'isterectomia è la procedura chirurgica ginecologica di esecuzione più comune. Nel 2003, oltre 600.000 isterectomie sono state eseguite solo negli Stati Uniti, di cui oltre il 90% sono state eseguite per condizioni benigne. In Italia nel 2010 sono state eseguite circa 70.000 isterectomie: la gran parte per miomi o metrorragia, solo un 18% per cancro dell'utero; in base a questi dati in Italia ogni anno sarebbero eseguite 50.000 isterectomie "inutili".[1] Questi elevatissimi tassi di intervento hanno portato a diverse controversie e molti medici ritengono che le isterectomie vengano largamente eseguite per ragioni ingiustificate e non necessarie. L'isterectomia è spesso praticata in modo improprio per trattare anche condizioni benigne (ad esempio, come già citato, per le mestruazioni abbondanti), sebbene ci siano spesso alternative.[2][3]
La rimozione dell'utero rende la paziente incapace di generare figli (similmente la rimozione delle ovaie e delle tube di Falloppio) e comporta rischi chirurgici oltre che effetti a lungo termine; per questo motivo l'intervento dovrebbe essere normalmente raccomandato solo quando altre opzioni di trattamento non sono disponibili o hanno fallito. Un approccio personalizzato ai problemi della paziente, l'utilizzo di dispositivi intrauterini a rilascio di levonorgestrel, il ricorso a innovative tecniche chirurgiche (che risultano anche più conservative) come la chirurgia isteroscopica o la miomectomia ad ansa fredda, tutte queste opzioni fanno prevedere che la frequenza delle isterectomie per indicazioni diverse dal cancro all'utero diminuirà nel tempo.[4]
L'ovariectomia (la rimozione delle ovaie) viene frequentemente eseguita insieme all'isterectomia per ridurre il rischio di cancro ovarico. Tuttavia, studi recenti hanno dimostrato che l'ooforectomia profilattica (senza che vi sia un'indicazione medica urgente) riduce sostanzialmente il tasso di sopravvivenza a lungo termine della paziente e può associarsi ad altri gravi effetti avversi.[5][6]
Questo effetti negativi della procedura chirurgica non sono limitati alle donne in pre-menopausa. Anche le donne che sono già entrate in menopausa hanno evidenziato una riduzione a lungo termine della sopravvivenza, dopo essere state sottoposte a ovariectomia.