Jazz | |
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Origini stilistiche | Musica afroamericana Ragtime Spiritual Gospel Blues Folk Musica classica |
Origini culturali | Tra gli anni dieci e gli anni venti negli Stati Uniti meridionali |
Strumenti tipici | pianoforte, sassofono, tromba, basso e contrabbasso, batteria, chitarra, voce, clarinetto, trombone, vibrafono, tuba, cornetta, flauto traverso, fisarmonica, organo Hammond, tastiera |
Popolarità | dagli anni '20 agli anni '70, arrivando a suscitare interesse e partecipazione di musicisti e pubblico fino ai giorni nostri. |
Sottogeneri | |
Il primo jazz[1] - Acid jazz - Free jazz - Fusion - Progressive jazz - Cool jazz - Hard bop - Jazz-pop - Mainstream jazz - Bebop - Crossover jazz - Swing - Latin jazz - Jazz brasiliano - Dixieland - New Orleans jazz - Smooth jazz - Ragtime - Nu jazz - Soul jazz - Jazz-funk | |
Generi derivati | |
Soul - Funk - Rock and roll - Reggae - Rap - Electric blues |
Il jazz, raramente italianizzato[2] in giazz,[3][4][5] è un genere musicale nato agli inizi del XX secolo come evoluzione di forme musicali già utilizzate dagli schiavi afroamericani. Inizialmente aveva la forma di "canzoni di lavoro" (work songs) nelle piantagioni e durante la costruzione di ferrovie e strade negli Stati Uniti e serviva a ritmare e coordinare i movimenti (il ritmo era binario). I primi musicisti suonavano musica a orecchio e le orchestre pionieristiche a New Orleans erano chiamate ragtime bands.[6]
Apporto notevole, a una prima evoluzione strumentale del jazz, fu dato dagli emigrati italiani di New Orleans che appunto aggiunsero altri strumenti musicali provenienti dalla tradizione italiana delle bande di paese: infatti tra i migliori musicisti di jazz figurano afroamericani poi affiancati da italoamericani (come Eddie Lang e Nick La Rocca), che formarono la Original Dixieland Jass Band, ossia la banda che diffuse il jazz negli U.S.A. producendo molti dischi.[7][8] Inoltre, al banjoista/chitarrista italo-americano Mike Danzi viene attribuito il merito di aver contribuito a introdurre il jazz dagli Stati Uniti in Germania durante la Repubblica di Weimar negli anni '20.[9][10]
Il jazz arriverà a Chicago con Louis Armstrong e poi in Europa dove avrà un successo grandissimo. Con gli anni andrà modificandosi e diventerà anche una musica commerciale con lo swing fino a riprendere le tradizioni della cultura afroamericana delle prime jazz band col bebop.
Nel jazz ci sono due forme principali: il blues, in 12 battute (3 frasi musicali), e la canzone, in 32 battute. Inizialmente l'essenza dell'improvvisazione era nella linea melodica, ciò è dovuto al fatto che il mezzo jazz prototipico (originale) è il gruppo di ottoni, in cui, dato che ogni suonatore può produrre una sola nota alla volta, gli assoli sono necessariamente melodici. Gli strumenti armonici di accompagnamento (pianoforte, chitarra, contrabbasso) vennero introdotti dopo. Sin dai primi tempi il jazz ha incorporato nel suo linguaggio i generi della musica popolare, del ragtime, del blues, della musica leggera e infine della musica colta, soprattutto statunitense. In tempi più recenti il jazz si è anche mescolato con tutti i generi musicali moderni anche non statunitensi, come il samba, la musica caraibica e il rock.
Il jazz si è trasformato nel corso del ventesimo secolo evolvendosi in una grande varietà di stili e sottogeneri: dal dixieland di New Orleans dei primi anni, allo swing, delle big band negli anni trenta e quaranta, dal bebop della seconda metà degli anni quaranta, al cool jazz e all'hard bop degli anni cinquanta, dal free jazz degli anni sessanta alla fusion degli anni settanta, fino alle contaminazioni con il funk e l'hip hop dei decenni successivi. L'uso di queste etichette non è stato poi molto gradito da tanti musicisti (jazzisti) che preferiscono definire la loro musica semplicemente come jazz. Dopo gli anni settanta il jazz è entrato nella cosiddetta musica colta, entrando quindi nei corsi tenuti nelle scuole musicali e nei conservatori.