John Pershing

John Joseph Pershing
SoprannomeBlack Jack
NascitaLaclede, 13 settembre 1860
MorteWalter Reed General Hospital, Washington, 15 luglio 1948
Cause della mortemalattia coronarica e insufficienza cardiaca congestizia
Luogo di sepolturaCimitero nazionale di Arlington, Virginia
Religioneepiscopale e dal 1912 anglicano
Dati militari
Paese servitoStati Uniti
Forza armataUnited States Army
ArmaFanteria
Anni di servizio1886-1924
Grado General of the Armies of the United States
GuerreGuerre indiane
Guerra ispano-americana
Guerra filippino-americana
Guerra russo-giapponese
Guerra di confine (Rivoluzione messicana)
Prima guerra mondiale
CampagneGuerre apache
Guerre sioux
Ribellione dei Moro
Campagne del Lago Lanao
Spedizione contro Pancho Villa
Fronte occidentale
Occupazione della Renania
BattaglieBattaglia delle alture di San Juan
Assedio di Santiago de Cuba
Battaglia di Bacolod
Seconda battaglia di Bud Dajo
Battaglia di Bud Bagsak
Offensiva di primavera
Battaglia di Bosco Belleau
Battaglia di Hamel
Battaglia di Château-Thierry
Offensiva dei cento giorni
Battaglia di Amiens
Battaglia di Saint-Mihiel
Offensiva della Mosa-Argonne
AzioniRappresaglie contro i ribelli Moro
Nemici storiciGeronimo
Pancho Villa
Álvaro Obregón
Georg von der Marwitz
Comandante di8th Brigade[1][2]
Forze di spedizione in Messico contro Pancho Villa
American Expeditionary Forces
First United States Army
United States Army
DecorazioniDistinguished Service Cross
Distinguished Service Medal
Silver Star
Cavaliere Onorario di Gran Croce dell'Ordine del Bagno (Regno Unito)
Legion d'onore (Francia)
Studi militariAccademia militare di West Point
PubblicazioniMy Experiences in the World War (1931)
Frase celebre"Perché i Marines riescono dove i miei soldati falliscono? Hanno lo stesso equipaggiamento e lo stesso addestramento eppure i Marines sono la punta di lancia dell'American Expeditionary Forces"
(frase detta in occasione della Battaglia di Bosco Belleau)
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John Joseph Pershing

10° Capo di stato maggiore dell'Esercito degli Stati Uniti
Durata mandato1º luglio 1921 –
13 settembre 1924
PredecessorePeyton C. March
SuccessoreJohn L. Hines

5º Governatore della Provincia dei Moro
Durata mandato9 novembre 1909 –
15 dicembre 1913
PredecessoreCharles Hagedon
SuccessoreFrank Carpenter

Dati generali
Titolo di studioAccademia militare
ProfessioneMilitare, insegnante
FirmaFirma di John Joseph Pershing

Il General of the Armies John Joseph Pershing, detto Black Jack (Laclede, 13 settembre 1860Washington, 15 luglio 1948), è stato un generale statunitense.

Ha servito soprattutto come comandante delle American Expeditionary Forces (AEF) sul fronte occidentale durante la prima guerra mondiale, dal 1917 al 1918. Oltre a guidare l'AEF alla vittoria nella prima guerra mondiale, Pershing servì in particolare come mentore per molti nella generazione di generali che guidarono l'esercito degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale, tra cui George C. Marshall, Dwight D. Eisenhower, Omar Bradley, Lesley J. McNair, George S. Patton e Douglas MacArthur.[3][4]

Durante il suo comando nella prima guerra mondiale, Pershing rifiutò le richieste britanniche e francesi che le forze americane venissero integrate con le loro armate, essenzialmente come unità sostitutive, e insistette sul fatto che l'AEF avrebbe operato come una singola unità sotto il suo comando, sebbene alcune divisioni americane combattessero sotto il comando inglese, in particolare nella battaglia di Hamel e lo sfondamento della Linea Hindenburg al canale di St Quentin, precipitando il crollo finale della Germania. Pershing permise anche d'integrare le unità afroamericane (all'epoca segregate) con l'esercito francese.

I soldati di Pershing videro per la prima volta una seria battaglia a Cantigny, Chateau-Thierry, Bosco Belleau (1–26 giugno 1918) e Soissons il 18-22 luglio 1918. Per accelerare l'arrivo delle truppe americane, si imbarcarono per la Francia lasciando dietro di sé equipaggiamento pesante e usarono carri armati, artiglieria, aeroplani e altre munizioni britanniche e francesi. Nel settembre 1918 a St. Mihiel, la First Army era direttamente sotto il comando di Pershing; travolse i salienti - l'invasione del territorio Alleato - che l'esercito tedesco aveva detenuto per tre anni. Nell'offensiva della Mosa-Argonne, Pershing trasferì circa 600.000 soldati americani nelle foreste pesantemente difese dell'Argonne, mantenendo le sue divisioni impegnate in duri combattimenti per 47 giorni, insieme ai francesi. L'offensiva dei cento giorni degli Alleati, di cui facevano parte i combattimenti delle Argonne, contribuì alla richiesta della Germania di un armistizio. Pershing era dell'opinione che la guerra dovesse continuare e che tutta la Germania dovesse essere occupata nel tentativo di distruggere permanentemente il militarismo tedesco.

Pershing è l'unico americano ad essere stato promosso nella sua stessa vita a General of the Armies, il grado più alto possibile nell'esercito degli Stati Uniti.[Nota 1] Autorizzato a selezionare le proprie insegne, Pershing scelse di continuare a utilizzare quattro stelle.[5] Dopo la creazione del grado a cinque stelle di General of the Army durante la seconda guerra mondiale, il suo grado di General of the Army poteva ufficiosamente essere considerato quello di un generale a sei stelle, ma morì prima che le insegne proposte potessero essere prese in considerazione e attuate dal Congresso.

Alcune delle sue tattiche sono state criticate sia da altri comandanti dell'epoca che da storici moderni. La sua dipendenza da costosi assalti frontali, molto tempo dopo che altri eserciti alleati avevano abbandonato tali tattiche, venne accusata di aver causato perdite americane inutilmente elevate.[6] Pershing venne criticato da alcuni storici anche per le sue azioni il giorno dell'armistizio come comandante dell'American Expeditionary Force. Pershing non approvò l'armistizio e, nonostante fosse a conoscenza dell'imminente cessate il fuoco, non disse ai suoi comandanti di sospendere nuove azioni offensive o assalti nelle ultime ore di guerra.[7] In totale, ci furono oltre 11.000 vittime, tra morti, dispersi o feriti durante l'ultimo giorno della guerra l'11 novembre, che superarono anche il conteggio delle vittime del D-Day visto più tardi nel 1944. Di questi, 3.500 erano vittime americane direttamente attribuibili alle azioni di Pershing. Pershing venne successivamente interrogato dal Congresso sul motivo per cui ci furono così tante vittime americane nell'ultimo giorno della guerra.[7]

In suo onore, il missile balistico con codice MGM-31 e il carro armato M26 vennero nominati Pershing.

  1. ^ Wilson, John B. (1999) Maneuver and Fire Power: The Evolution of Divisions and Separate Brigades (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2018). Washington: U.S. Government Printing Office. p. 57 ISBN 9780160899447
  2. ^ Vandiver, v.1 p. 576 (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2018).
  3. ^ (EN) Spencer C. Tucker, World War I: The Definitive Encyclopedia and Document Collection, vol. 1, Santa Barbara, CA, ABC-CLIO, 2014, p. 1238, ISBN 978-1-85109-964-1 (archiviato il 30 aprile 2016).
  4. ^ (EN) Michael Keane, George S. Patton: Blood, Guts, and Prayer, Washington, Regnery History, 2012, p. 73, ISBN 978-1-59698-326-7 (archiviato il 30 aprile 2016).
  5. ^ Lest We Forget: Over There; The Reduction of the Marne Salient, in The Evening Star, Franklin, IN, 18 aprile 1925, p. 7 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2017).
    «... and the boys stood in formation from noon till evening before the arrival of the automobile bearing the impressive insignia of four gold stars.»
  6. ^ Sheffield, G. (2001). Forgotten Victory: The First World War: Myths and Realities (2002 ed.). London: Headline Book Publishing. ISBN 0-7472-7157-7
  7. ^ a b Tara Finn, The war that did not end at 11am on 11 November, GOV.UK, 9 novembre 2018. URL consultato l'11 agosto 2020.


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