Julius Evola, pseudonimo di Giulio Cesare Evola (Roma, 19 maggio 1898 – Roma, 11 giugno 1974), è stato un filosofo, pittore, poeta, scrittore ed esoterista italiano.
Si occupò di arte, filosofia, storia, politica, esoterismo, occultismo, religione, costume, in una sintesi che rappresenta una mescolanza singolare[1][2][3] di diverse scuole e tradizioni di pensiero, che includono l'idealismo tedesco, le dottrine orientali, il tradizionalismo integrale e, in ruolo preminente, la Weltanschauung della Rivoluzione conservatrice, con cui Evola ebbe una profonda identificazione anche personale.[4]
Le sue posizioni si inquadrano nell'ambito di una cultura di tipo aristocratico e di tendenze ideologiche in gran parte presenti anche nel fascismo e nel nazionalsocialismo, ai quali fu vicino pur esprimendosi talvolta in chiave critica nei confronti dei due regimi sotto alcuni aspetti.[5] Evola fu inoltre promotore di una visione del mondo caratterizzata dalla magia e dall'occulto[3]. Nel dopoguerra affermò di aver ricevuto apprezzamenti da Mussolini per alcune impostazioni: in particolare il ritorno alla romanità e una teoria della razza in chiave spirituale, che propugnò in un'ampia serie di scritti.[6] Da parte sua il filosofo nutrì una pacata ammirazione nei confronti del Duce ma rimase sempre più vicino alla concezione tedesca del fascismo che non a quella italiana[7].
Nonostante ciò, le sue idee eterodosse non sempre furono ben accolte dalla classe dirigente italiana del tempo e gli valsero la sospensione di alcune pubblicazioni da parte dello stesso PNF e in Germania il sospetto delle gerarchie naziste.[8] Evola contribuì alla divulgazione in Italia di importanti autori europei del XIX e del XX secolo: Bachofen, Guénon, Jünger, Ortega y Gasset, Spengler, Weininger, Meyrink, traducendo alcune loro opere e pubblicando saggi critici.
La complessità del suo pensiero gli procurò, anche dopo la fine della guerra, un grande seguito negli ambienti tradizionalisti conservatori italiani ed europei, dagli esponenti della destra più moderata (Giano Accame, Marcello Veneziani)[9] fino a quelli più radicali del neofascismo (rappresentati da Franco Freda, Adriano Romualdi, Giorgio Almirante, Pino Romualdi, Pino Rauti ed Enzo Erra del Centro Studi Ordine Nuovo)[10][11][12][13]. Le sue opere vengono tradotte e pubblicate in Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Grecia, Svizzera, Gran Bretagna, Russia, Stati Uniti[14], Messico, Canada, Romania, Argentina, Brasile, Ungheria, Polonia, Turchia.[15]