K-pop | |
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Origini stilistiche | Musica della Corea, sperimentale, pop, gospel, rhythm and blues, hip hop, jazz, folk, classica, country, rock, reggae, EDM |
Origini culturali | Anni quaranta in Corea del Sud |
Strumenti tipici | voce |
Popolarità | Successo commerciale a partire dalla fine degli anni novanta in tutta l'Asia orientale e in seguito a livello globale |
Generi correlati | |
J-pop, trot |
Il K-pop (abbreviazione di Korean popular music,[1] in lingua coreana 케이팝?, Ke-ipapLR) è la musica popolare della Corea del Sud.[2]
Le origini del K-pop vengono fatte risalire all'ultimo ventennio del 1800, quando alcune popolari canzoni occidentali vennero riscritte in coreano. Fortemente condizionata dall'occupazione giapponese negli anni venti del 1900, la scena musicale locale fiorì con la ripresa dell'economia al termine della Guerra di Corea negli anni cinquanta, e i contatti con gli americani e il movimento hippy portarono alla ribalta una produzione più scanzonata fatta di trot e ballad. All'inizio degli anni novanta, le sperimentazioni dei Seo Taiji and Boys con diversi stili e generi e l'integrazione di coreografie ed elementi musicali provenienti dall'estero come il rap aiutarono a ridare forma e a ringiovanire la scena musicale del Paese.[3] Nel 1996 ai cantanti tradizionali si affiancò la figura dell'idol con il debutto degli HOT, e da lì il K-pop divenne una subcultura in grado di riunire enormi fandom di adolescenti e giovani adulti.[4][5] Dopo una fase di recessione, nel 2003 i TVXQ e BoA diedero il via ad una nuova generazione di artisti che esportarono il K-pop nel vicino mercato giapponese e che continuano a diffonderlo a livello internazionale grazie anche all'avvento delle reti sociali.[6][7] Nel 2018 ha sperimentato una significativa crescita, venendo indicato come sesto mercato musicale più grande al mondo dalla International Federation of the Phonographic Industry.[8]