Kaʿb ibn Zuhayr, in arabo كعب بن زهير? (... – 646), è stato un poeta arabo, nato nella jāhiliyya, vissuto all'epoca di Maometto.
Era figlio primogenito di Zuhayr ibn Abi Sulma, autore di una delle Muʿallaqāt. Dell'attività di poeta di Kaʿb b. Zuhayr abbiamo un diwan di trentatré composizioni e frammenti. Fra questi quella a cui è legata la sua fama è quella qaṣīda, divenuta poi famosissima, nota a causa del suo incipit come Bānat Suʿād (in arabo بانت سعاد?), ossia "Suʿād se n'è andata" oppure, per l'occasione in cui fu composta, come Qaṣīdat al-burda (in arabo قصيدة البردة?) cioè il "Poema del mantello".
Quando il fratello Bujayr si convertì all'Islam, Kaʿb si rifiutò di seguire il suo esempio, giudicato lesivo dell'adab della sua famiglia e del suo gruppo. Compose per questo alcuni versi particolarmente ostili a Maometto:
«Fate avere a Bujayr questo mio messaggio:
Come hai potuto fare quel che hai fatto? Maledizione! Come hai potuto?
Il tuo Dio Affidabile t'ha fatto tracannare una coppa traboccante; t'ha fatto bere una volta e una volta ancora!
Ora tu hai abbandonato ogni ragionevolezza che guida lungo la retta via e Lo hai seguìto.
Ahimè, a cosa mai un estraneo t'ha condotto!
T'ha condotto lungo una via sulla quale non incontrerai né madre né padre e sulla quale non camminano i tuoi fratelli!»
La precisa accusa d'aver indotto un uomo a comportarsi disonorevolmente abbandonando l'etica del suo gruppo (accusa particolarmente grave per l'Arabo del tempo) fece infuriare Muḥammad, che non esitò a decretare la morte del poeta per mano di qualche suo seguace.
Spaventato per la fama di tenace uomo di parola che aveva il Profeta e nel tentativo di placarne l'ira, Ka‘b si recò da lui a Medina nel 630, su consiglio dello stesso fratello Bujayr, per invocarne il perdono e – proclamando la sua adesione all'Islam – gli recitò un poema da lui composto per l'occasione. Il Profeta all'ascolto di quei versi si commosse e gli pose sulle spalle il suo mantello, la burda, con un gesto di forte valore simbolico.