Kang Kek Iew

Kaing Kek Iew ("Duch") nel 2009

Kang Kek Iew, o Kaing Kek Iev, traslitterato anche Kaing Guek Eav (Lingua khmer: កាំង ហ្គេកអ៊ាវ), conosciuto anche col nome di guerra D(e)uch (មិត្តឌុច) (Choyaot, 17 novembre 1942Phnom Penh, 2 settembre 2020), è stato un politico e criminale di guerra cambogiano, importante esponente degli khmer rossi. È stato processato per crimini contro l'umanità da un tribunale cambogiano sotto l'egida delle Nazioni Unite.

Noto anche come compagno Duch' o Deuch ((KM) មិត្តឌុច), è stato riconosciuto responsabile di crimini di guerra e di crimini contro l'umanità, omicidio e tortura, in qualità di ex-componente degli khmer rossi dal 1975 al 1979.[1] In qualità di capo della polizia interna del governo (Santebal), egli era direttore del campo di tortura ed esecuzione S-21, dove migliaia di persone (in massima parte cambogiani) furono incarcerate e torturate, per essere poi sistematicamente uccise.

È stato il primo leader degli khmer rossi a essere processato dalle Aule straordinarie della Corte di Cambogia per i crimini del regime degli khmer rossi ed è stato condannato a 30 anni di prigione. Il 2 febbraio 2012 la pena è stata aumentata all'ergastolo dalle Camere straordinarie della Corte di Cambogia.

Sebbene sia responsabile della sofferenza e morte di migliaia di persone, Kang Kek Iew, diversamente da altri capi degli khmer rossi (come ad esempio Pol Pot), non cercò di rinnegare o giustificare i suoi crimini. Ammise sempre di aver sbagliato e che aveva fatto cose orribili; in più occasioni disse di essersi pentito e di essere diventato cristiano. Inoltre, durante il processo, fornì informazioni dettagliate di che cosa succedeva all'interno di S-21 e all'interno del movimento degli khmer rossi, contribuendo a fare luce sui crimini e sulle responsabilità di altri rappresentanti del regime.[2]


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