LBV 1806-20

LBV 1806-20
Paragone dimensionale tra il Sole (il puntino in basso a destra) e LBV 1806-20.
ClassificazioneStella ipergigante
Classe spettraleO
Tipo di variabilevariabile S Doradus
Distanza dal Sole38.500 anni luce[1]
CostellazioneSagittario
Coordinate
(all'epoca J2000)
Ascensione retta18h 08m 40,30s
Declinazione-20° 24′ 41″
Dati fisici
Diametro medio6.24 × 108 km (4.2 UA)
Raggio medio150 R
Massa
130 M
Periodo di rotazione1265 giorni
Velocità di rotazione20 km/s
Temperatura
superficiale
  • 18-36.000 K (media)
Luminosità
2 x 106(bolometrica) L
Indice di colore (B-V)1,87
Età stimata< 2 x 106 anni
Dati osservativi
Magnitudine app.35 (8,4)[2]
Magnitudine ass.-14,2?
Parallasse5,40 ± 1,68 mas
Moto proprioAR: -10,16 mas/anno
Dec: -23,21 mas/anno
Velocità radiale-3,4 km/s

LBV 1806-20 è una stella ipergigante e variabile S Doradus, forse stella binaria, situata a 38.000 anni luce dal nostro Sistema solare, nella costellazione del Sagittario, a ridosso del centro della Via Lattea. Il sistema possiede complessivamente una massa 130 volte quella solare ed una luminosità variabile di 2 milioni di volte quella solare[1], il che la rende paragonabile ad Eta Carinae o alla Stella Pistola, alcune delle stelle più luminose conosciute; come le stelle appena citate, LBV 1806-20 è una variabile del tipo S Doradus. Era la stella considerata dalla magnitudine assoluta più piccola nel 2004, -14,2[3], ma successivi studi, oltre che ridimensionare la distanza, hanno posto in serio dubbio il fatto che la stella sia in realtà una binaria.

Nonostante la sua eccezionale luminosità è quasi totalmente invisibile dal Sistema solare, poiché meno di un miliardesimo della sua luminosità è in grado di raggiungere la Terra, mentre il resto della radiazione luminosa viene bloccato del gas e dalla polvere interstellare; per questo motivo la sua magnitudine apparente è di appena 35 nel visibile, ma raggiunge l'ottava magnitudine se osservato nell'infrarosso alla lunghezza d'onda di 2 micron.

  1. ^ a b Yael Naze; Gregor Rauw; Damien Hutsemekers, The first X-ray survey of Galactic Luminous Blue Variables (PDF), in Astronomy & Astrophysics, 2011.arΧiv:1111.6375
  2. ^ Nella lunghezza d'onda di 2 µm
  3. ^ Aaron Hoover, Star may be biggest, brightest yet observed, in HubbleSite, 5 gennaio 2004. URL consultato l'8 giugno 2006 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2007).

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